sabato 11 agosto 2012

UN GIOVANE, UNA SPERANZA



(biografia di Vittore Scheppers, fondatore delle Sorelle e dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, per adolescenti e giovani).

PREFAZIONE
Care amiche e amici: questa semplice biografia è rivolta soprattutto a preadolescenti e adolescenti.
Naturalmente anche gli adulti possono addentrarsi nella lettura.
Lo schema narrativo si propone un fine didattico; nel senso che, in alcuni punti del racconto (in particolare nell'ultimo capitolo), verranno aperte delle riflessioni lasciate poi in sospeso, invitando così i giovani lettori e lettrici ad un eventuale approfondimento assieme agli adulti che li accompagnano nella crescita.
I capitoli 10, 15 e 16 non hanno carattere strettamente biografico, ma esplicativo. Quindi, a discrezione del lettore, possono essere saltati.
Un altro chiarimento mi sembra dovuto. Le seguenti pagine non hanno la pretesa di fornire cronache dettagliate, ma di raccontare, seppure in estrema sintesi, una vita chevale la pena di essere narrata”. Il desiderio è quello di trasmettere che ogni storia, vissuta nel Signore, diventa una grande e sorprendente avventura, anche nelle semplici cose di tutti i giorni.
L'imprevedibilità creativa di Dio (l'imprevedibile Amico) sarà, in un certo senso, la costante del racconto. Perché, in fin dei conti, è Lui(anche se non solo Lui) il protagonista di questa storia.
Dio è imprevedibile perché è Amore compassionevole”. E la Compassione di Dio è per se stessa creativa, perché risana e dà nuova vita. Per questo motivo tanti uomini e donne che si avventurarono in Lui, divennero a loro volta creativi/e. Imbevuti/e della Sua stessa compassione, non si chiusero agli imprevisti della loro (ed altrui) storia, nemmeno a quelli umanamente infelici e infecondi(cf.Ab3,17-18), consapevoli che nel Signore tutto è Amore checrea,rinnova, genera”.
Ed è questo forse uno degli aspetti che tutti - nessuno escluso - potremmo imitare dal protagonista umano di questa affascinante storia.
Buona lettura!

L'autore (Ignazio Cuncu Piano)


1. I SOGNI DI UN BAMBINO.

C'era una volta un... bambino, un ragazzo come te. Si chiamava Vittore. E mentre ancora lo ignorava, immerso nei giochi d'infanzia, Qualcuno già pensava cose belle e buone per il suo avvenire...”
Non è l'inizio di una favola: ma di una storia vera. Quella di un bimbo... adolescente... giovane che come te: studia, gioca, si diverte, si entusiasma, si arrabbia, gioisce, soffre... e ha tanti sogni! Ci piace pensare che, chissà, forse con la fantasia eccitata dalle favole della mamma, della nonna o delle sorelle, avrà sognato di essere questo o quel valoroso cavaliere pronto ad affrontare draghi e mostri a difesa di inermi villaggi, di poveri viandanti o di principesse rapite, alla stregua di un più attuale Harry Potter impegnato a contrastare le insidie del malefico Lord Voldemort.
Il nostro sognatore non può certo immaginare che quelle fantasie hanno un non so che di verosimile. Fra non molto infatti, dovrà affrontare nemici molto più pericolosi e... reali: miseria, violenza, ignoranza, sfruttamento minorile e ogni sorta di degrado. Un amorevole ed imprevedibile Amico infatti, convoglierà tutta la sua esuberanza giovanile in un'avventura ricca di sorprese; un'avventura infinita perché fatta di solo amore. Sì, infinita; perché l'amore, come canta la brava Arisa... non finisce mai(“l'amore continuerà... ” , La Notte, Sanremo 2012).

2. MA CHI È;E POI... CHI SONO E DA DOVE VENGONO...?

Forse il nome Vittore può risultarti privo di significato. Certo, per chi conosce i Fratelli e le Sorelle di Nostra Signora della Misericordia dovrebbe essere più semplice. Ma anche voi che frequentate le loro opere o che semplicemente avete stretto amicizia con qualcuno/a di loro: li/le conoscete a fondo? Sapete dove e come inizia la loro avventura? E Vittore? Che c'entra Vittore con queste/i Religiose/i?

3. UN RAGAZZO COME TE.

Trasportiamoci nel piccolo Belgio del XIX secolo. È lì infatti che nasce la Fraternità dei Fratelli e Sorelle di N. S. della Misericordia, come del resto il loro fondatore: Vittore Scheppers.
Ora è tutto più chiaro! Hai già capito il legame che esiste tra Vittore e questa Congregazione. Ma non sarà di troppo ripetere che prima di essere il “Fondatore”, Vittore fu un ragazzo come te, e come te dovette transitare le tappe di un normale bambino e adolescente, coi suoi entusiasmi e dubbi: sui nuovi sentimenti che si affacciano, sulla sessualità da integrare, sull'individualità da definire.
Potremmo affermare che, sotto certi aspetti, la vita di questo giovane più che benestante del XIX secolo, non sia poi così diversa dalla tua? Direi di sì.

4. UN POPOLO UMILIATO E OPPRESSO.

Nella prima metà del 1800, le condizioni del popolo belga non sono tra le migliori. L'esercito napoleonico ha da poco attraversato quella straziata terra, portando degrado e facendo razzia del poco che c'è. Le sommosse contro l'Olanda, nazione alla quale il Belgio è annesso, sono frequenti. Anche l'emergente attività industriale contribuisce ad aumentare il divario fra i pochi detentori del potere economico e la massa soggiogata dalla fame.
Seppure in mezzo a questi sconvolgimenti, il 25 aprile 1802, in seno alla famiglia Scheppers, nella città di Malines, echeggia un vagito di gioia. Papà Cornelio, mamma Giovanna Maria, le figlie Francesca e Caterina e il figlio Giuseppe, fanno festa attorno alla culla del nuovo arrivato: Vittore.
La famiglia Scheppers è benestante, molto religiosa. Papà Cornelio ha una fabbrica di birra e assolve impegni politici. È un uomo buono e onesto, attento alla delicata realtà sociale del suo Paese. Poi c'è mamma Maria Giovanna: l'angelo della casa. Da lei il piccolo Vittore riceve l'imprinting dell'amore alla Madonna e ai i poveri. In famiglia si respira un clima di serenità: mamma e papà sono attenti alla crescita dei loro pargoli. Questo favorisce il carattere allegro e spensierato del nostro protagonista. Ma...

5. QUANDO IL DOLORE FA CRESCERE.

Il dolore è in se stesso una realtà negativa, ma fa parte della vita. Ah! E allora? Diciamo che bisogna imparare ad accettarlo ed elaborarlo a fin di... crescita. Decisamente non facile!! Ma non c'è altra strada. Quindi: per essere felici bisogna imparare a far tesoro anche della sofferenza che arriva quasi sempre senza chiederci il permesso(!). Vittore non fa eccezione. A 11 anni la sua spensieratezza è violentata dalla morte di Francesca, la sorella maggiore. Ai 13 perde la mamma e ai 15 la sorella Caterina. Una tragedia immensa che ne marca a fuoco l'adolescenza. Il suo carattere diventa più serio, riflessivo.

6. LA SCELTA DI VITA.

Gli anni passano e Vittore è diventato un bel ragazzo, in tutti i sensi. Anche se con fatica, porta avanti gli studi con responsabilità. La sua vita di fede è evidente. Si nota che per lui l'amicizia con Gesù è cosa seria e godibile, anche in mezzo agli alti bassi tipici dell'età. Nei documenti biografici si fa anche menzione ad un chiaro periodo di “crisi”, di sbandamento adolescenziale/giovanile. D'altronde non stiamo parlando di un giovane di un'altra Galassia!
Ed ora la domanda del milione: quale carriera? Le carte da giocare sono tante. Scopriamole tutte ; o meglio: quasi tutte. Fisicamente attraente, educato, elegante, con la possibilità di accedere ai diversi studi e - perché no? - agli ambienti vip del suo tempo. Sappiamo che è di famiglia ricca ed ha un papà ben inserito in politica. Insomma: come credenziali non c'è male!
C'è di più. All'età di 23 anni lo troviamo a Parigi, prestigiosa meta dei “figli bene” dell'epoca. Ma, paradosso dei paradossi, sarà proprio lì che “l'imprevedibile Amico” scompiglierà le carte in tavola!Be': più che “scompigliare”, estrarrà la carta vincente che da tempo nascondeva nella manica del suo Vittore:la chiamata al sacerdozio. Ecco quanto. Il nostro giovane entra - per caso? - nella cappella parigina che ospita le spoglie di re Luigi XVI e la consorte Maria Antonietta, ghigliottinati durante la Rivoluzione francese. Avvolto nella penombra del silente tempio, prega... e riflette. Riflette... sulla drammatica fine dei due regnanti. Pieni di potere, apparentemente intoccabili, eppure...! Tanto affanno in prestigio, immagine, soldi... e poi? E poi si muore, senza la soddisfazione di aver vissuto in profondità. Il rampollo di casa Scheppers è turbato. Non manca di realismo per capire che - come dirà poi madre Teresa di Calcutta - la vita è troppo bella e... corta, per essere sciupata futilmente.
Un'altra decisiva esperienza l'attende. Parigi non è solo sfarzo e salotti. Dietro la brillante facciata nasconde un'oscura e più estesa realtà: enormi quartieri colmi di miseria. Vittore li percorre. I suoi occhi ne fotografano i raccapriccianti dettagli. Dolore e compassione invadono mente e cuore, senza anestesia. La tenerezza verso gli “ultimi”, trasmessagli in famiglia, riaffiora. E la voce di quel... Amico, nell'intimo, diventa forte ed amorevolmente esigente: È qui, è in mezzo a loro che ti desidero!”. Sì: ora è tutto meravigliosamente chiaro! Il suo futuro sarà: amare. Gesù e solo Gesù diverrà la sua unica ragione di vita. E Sarà un prete... “scomodo”, di quelli che si sporcano mani e piedi nelle melmose strade dell'umanità fiaccata da tante povertà.
Per la verità l'idea della vocazione era presente già prima dell'esperienza parigina, la quale ebbe l'indubbio merito di dare le schiarite definitive.
Vittore rientra dalla capitale francese raggiante di felicità. Sta per iniziare un nuovo capitolo nella sua vita: il più bello.

7. IL SOGNO SI FA REALTÀ.

Per un giovane è senza dubbio una bella conquista potersi incamminare, dopo tante indecisioni, nella propria scelta di vita. Certo: oggi le scelte “per tutta la vita” fanno paura, ma sono le più belle e contrariamente a quanto si pensi, ci danno libertà. Non sei d'accordo?
Vittore intanto custodisce la maturata vocazione come una perla preziosa ed è disposto a rinunciare a tutto pur di non perderla. Così intraprende gli studi teologici tra la rispettosa perplessità del padre.
Il 13 Aprile 1832 arriva il sospirato giorno:l'ordinazione sacerdotale! Parenti ed amici si stringono attorno al neo presbitero, condividendone la gioia.
Finalmente libero! Libero per essere tutto di Dio e dei Suoi figli prediletti: gli sfortunati della vita.
Malgrado la miseria che lo circonda sia tanta e confusa, Vittore ha già un'idea chiara: non mero assistenzialismo, ma strategie mirate a prevenirne le concause. Quest'intuizione non è tutta farina del suo sacco, ma s'ispira a un santo che gli sarà di esempio per tutta la vita:Vincenzo De' Paoli, il “genio della carità moderna”(in internet puoi trovare la sua biografia). Non a caso, insieme alla Madonna e a san Giuseppe, san Vincenzo verrà scelto come patrono per la futura Congregazione.
Detto fatto, pone mano all'aratro e in breve tempo lo vediamo attorniato da un chiassoso sciame di bambini. Figli di un popolo affamato, ricevono dal giovane prete tanto affetto, alcune nozioni di scuola primaria, un po' di catechismo e, soprattutto, un'abbondante merenda. Poi ci sono i giochi organizzati, le piccole recite e i canti a suon di violino(suonato dallo stesso Vittore). Ha inizio così una piccola scuola quasi-domenicale, intitolata a Maria Madre della Misericordia.

8. LA MESSE È MOLTA.

Ben presto si accorge che da solo non può fare molto. Certo, con l'aiuto di altri giovani animati dagli stessi ideali, le cose cambierebbero. E un nuovo sogno gli balena nella mente! Rimarrà tale? Staremo a vedere.
Succede che un suo amico, cappellano delle carceri[della città]di Vilvoorde, lo invita a condividere un momento di preghiera con i reclusi. La visione di quegli uomini - molti dei quali ragazzi - sporchi, malati, denutriti, segnati dalla violenza, gli penetra nelle fibre dell'anima! E le parole di san Paolo: Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni di carcere”(Eb13,3). Inondano il suo cuore.
Ormai non ha più dubbi: fonderà una Fraternità di Religiosi per portare la misericordia di Dio nelle carceri, tra i giovani, gli ammalati, gli anziani...

9. UNA CONGREGAZIONE: UN CARISMA.

25 gennaio 1839: tre giovani, in una semplice e suggestiva cerimonia, fanno voto a Dio di obbedienza, verginità e povertà. Sono i primi germogli della Congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia. Ecco i loro nomi: Vincenzo, Luigi e Rombaut. La Regola che viene loro consegnata, scandisce in brevi frasi lo spirito della nascente Fraternità. Le trascrivo integralmente:
Confortare, istruire ed assistere i carcerati per amore di Gesù Cristo; curare gli ammalati; educare ed istruire i bisognosi e gli altri bambini e coltivare in questo modo la propria santificazione”.
Un inizio umile e nascosto, come la nascita di Gesù. Un altro sogno fatto realtà. Vittore non si contiene dalla gioia! E ancora una volta ringrazia l'imprevedibile Amico, vero artefice di tutto.
Terminato il periodo della formazione, i tre danno inizio alla missione. Le loro giornate sono esigenti ma profumano di gioia, di novità e freschezza; tutto ciò risulta attraente per molti altri giovani. Così, la piccola famiglia, pian piano va crescendo.

10. NON SONO PRETI.

Chi scopre la chiamata alla vita consacrata, sceglie di seguire la vita santa di Gesù attraverso i voti(di obbedienza, verginità e povertà). Queste tre promesse sono di fondamento a tutti/e i/le Religiosi/e di tutte le Congregazioni. Poi ci sono le Regole, che indicano lo stile di vita di ogni Istituto. Nelle Regole viene anche sottolineato un aspetto molto importante: il Carisma. Il Carisma(a volte espresso nel nome proprio di ogni Istituto) è l'identità specifica di ogni Fraternità. Identità che determina anche la missione da compiere. Per fare qualche esempio: i/le Missionari/e della Carità di Madre Teresa di Calcutta(e tante altre Congregazioni)hanno il carisma dei poveri; i Salesiani... i giovani; i/le Camilliani/e... i malati; gli Ordini Contemplativi... la vita di preghiera per il bene di tutti, eccetera.
I termini:Congregazione, Fraternità, Ordine, Istituto Religioso o Famiglia Religiosa, sono invece gli appellativi(che più o meno si equivalgono) delle varie congregazioni.
Un'altra cosa: la Vita Religiosa è differente da quella del prete diocesano.
Infatti il sacerdote(o presbitero)è colui che, attraverso il sacramento dell'Ordine Sacro, riceve, fra altre, la facoltà di celebrare l'Eucaristia e la Riconciliazione. A volte un religioso può essere anche presbitero.
Se conosci i Fratelli di N.S. Della Misericordia, saprai che molti di loro non sono preti per i motivi più sopra espressi. Lo so: all'inizio è un po' confuso da capire! Prova a chiedere ulteriori chiarimenti a qualche Religioso/a di tua conoscenza.

11. IL RAMO FEMMINILE
Dopo alcuni anni, nascono le Sorelle di nostra Signora della Misericordia. La loro missione consisterà nell'offrire una formazione culturale basica e abilitare ad una professione le ragazze del ceto povero. Un'attività all'avanguardia per i tempi, mirata a salvaguardare la dignità della donna in mezzo alle insorgenti problematiche della società industriale.
La presenza delle Sorelle arricchisce la Congregazione di quegli aspetti squisitamente femminili della Misericordia di Dio. Infatti, nella Bibbia, il Signore non solo viene paragonato ad un papà, ma anche ad una... mamma(Il capitolo 14°, se vorrai leggerlo, ti aiuterà ad approfondire un po').
Intanto il numero delle ragazze e ragazzi che desiderano entrare nella Congregazione continua a crescere.
E Vittore? Sempre più felice e stupito! Si sente piccolo piccolo di fronte alle meraviglie che il suo imprevedibile Amico sta realizzando. Ma chi l'ha detto che seguire Dio è annoiante?

12. ERO IN CARCERE E SIETE VENUTI A TROVARMI(Mt25,36b)

Mentre alcuni Fratelli sono già all'opera in mezzo agli anziani e ai bimbi della piccola scuola “Maria Madre della Misericordia”, il “Fondatore”(cioè Vittore)e un gruppetto di altri religiosi, si preparano ad un appuntamento a cui non possono mancare: i carcerati.
Finalmente, dopo una serie di difficoltà, arrivano i dovuti permessi, grazie all'aiuto del direttore delle carceri belghe: Edoardo Ducpètiaux. Questi è un uomo buono, intelligente ed efficace nelle strategie di lavoro. Anche lui ha idee innovative per la riabilitazione dei reclusi, e trova nel nostro dinamico prete e nella neonata Congregazione la risposta ideale alle sue nobili aspirazioni.
1° Gennaio 1841: il primo drappello di Fratelli fa ingresso nel carcere di Vilvoorde. Un'altra grande avventura sta per cominciare!
Abiteranno all'interno della struttura carceraria. La giornata inizia prestissimo. Il lavoro è estenuante. Ben presto si accorgono che il sistema carcerario vigente abbruttisce sia i detenuti che il personale di sorveglianza.
Devono muoversi in un ambiente fatto di squallore e denso di tensioni. Equipaggiati di enorme pazienza, sopportano con comprensione i modi violenti e le umiliazioni che spesso subiscono sia dai reclusi che dai carcerieri. Anche se un po' alla volta...

13. L'AMORE TUTTO SOPPORTA, TUTTO TRASFORMA(cf.1Cor13,7).

Rispondi alla violenza con l'amore, e la violenza, alla fine, cederà”. Così più o meno professa il Mahatma Gandhi nel suo credo sulla forza della verità e dell'amore: la satyagraha. Una prassi dalle radici evangeliche che ben si addice all'amore versato dai nostri Religiosi sui loro “amici”(così amano chiamarli) carcerati. Infatti pian piano i detenuti - che più in là delle apparenze sono uomini alla ricerca di un affetto forse mai ricevuto - si accorgono che quei giovani dalla strana tonaca nera li vogliono bene davvero, senza chiedere nulla in cambio, rispondendo ai maltrattamenti col perdono e accettando di morire contagiati(il carcere era un focolaio di epidemie) pur di stare con loro. Un'esperienza così gratuita, per un recluso, può risultare meravigliosamente imbarazzante! Quei frati sono per loro il volto dell'Amore Misericordioso di Dio, che avvolge di tenerezza soprattutto coloro che - secondo il nostro ben pensare(!!) - non se lo meriterebbero.
Spesso con alcuni carcerati si crea una così sincera amicizia, che i Fratelli quasi dimenticano di trovarsi in un istituto di pena. Amicizia sempre il prodotta da quel disarmante perdono di cui sopra. Come quella volta che fratel Teofilo viene accoltellato da Antoon, un giovane in preda ad un raptus di violenza. Una volta guarito, decide di portare egli stesso il cibo ad Antoon, confinato in cella di rigore. Quest'ultimo, davanti a simile gesto, ancora una volta non riesce a frenare le proprie emozioni: gli si butta al collo e... i due si stringono in un commosso abbraccio.
Quando la feroce carestia del 1847 moltiplica le epidemie,nessuno, eccetto i Nostri, ha il coraggio di avvicinarsi ai detenuti. Alcuni perdono la vita, come fratel Felice. Al suo funerale la commozione di più di trecentocinquanta detenuti e del personale, si trasforma in un inno di gioia all'amore che sa dare la vita e che... dà vita.
Il carcere(tutt'ora in vari Paesi!) è spesso sinonimo di pena di morte. La morte. Paradossalmente è il momento in cui l'amore fra le persone convoglia fortissime emozioni! Per i nostri religiosi è straziante veder morire i loro cari assistiti . Spesso si tratta di uomini che hanno saputo elaborare i loro errori. Uno fra tanti, Edward, un giovane poco più che ventenne, iniziato fin da bambino al furto e alla violenza(primordiali armi di sopravvivenza per chi è costretto a crescere nei sottoboschi della miseria). Poi il delitto... e la condanna. Dietro le sbarre, le cure di quei suoi coetanei dalla croce bruna sul petto, ne fanno un uomo nuovo: più vero e più bello. Ma la Legge a volte non bada a queste cose e la sentenza non viene mutata. Edward la accetta con serenità e tanta fiducia in Dio . Ora sa che non ha vissuto invano. Ha raggiunto lo scopo dell'esistenza: la Gioia(cioè Gesù), che non le sarà mai tolta”(Lc10,42). Il giorno dell'esecuzione, i frati lo circondano di particolare affetto. Poco prima del patibolo l'ultimo abbraccio. L'emozione è a fior di pelle. Gli sguardi si incrociano e non si lasciano fino all'ultimo istante, quando gli occhi del condannato si chiudono nel torpore della morte. Per riaprirsi di lì a poco: nella Luce.

14. È L'ESEMPIO CHE EDUCA
Merita una breve citazione anche l'esperienza di Saint Hubert(Lussemburgo). Il Ducpètiaux, entusiasta dell'opera dei Nostri, propone l'apertura di una casa di rieducazione per minori. Già dal titolo “casa di rieducazione”(e non “carcere minorile”)si evince il carattere educativo(e non punitivo) dell'iniziativa. L'esperienza si avvia nel 1842, ed ha come protagonisti: 200 ragazzi e 20 Religiosi. L'esito supera le aspettative. La metodologia adottata si rivela vincente. I giovani reclusi scoprono nei Fratelli degli adulti da imitare, e non da diffidare. Una fiducia che diventa atteggiamento reciproco, prezioso e inaudito dono che i ragazzi sanno apprezzare e custodire. Come quella volta che vengono portati a fare una passeggiata premio al di là delle sbarre: allettante occasione per svignarsela! Eppure, al momento del rientro, il numero dei ragazzi è lo stesso.
Un'altra curiosità: i giovani che scontata la pena si reinseriscono nella società, vantano una formazione umana, culturale e professionale superiore a quella offerta dalle scuole “normali” dell'epoca.
L'amore è efficace e contagioso. Così la presenza dei Fratelli è richiesta in altre carceri: Gand, Alost, Alsemberg...

15. HESED WE'EMET... RAHAMIN(?!!?)

Che roba è ?!!? Non si tratta di criptati extraterrestri, ma di qualcosa di più semplice. Sono due termini(in lingua ebraica)con cui la Bibbia descrive la misericordia(cioè l'amore)del Signore; quella Misericordia che è la chiave di tutto il nostro racconto. Vediamone un po' il significato.
Hesed we'emet: si paragona l'amore di Dio a quello di un(vero) papà: un amore puro, fedele, che protegge, non punisce mai e dà sicurezza perché non muta: Le montagne potranno spostarsi, ma il mio affetto per te non cesserà mai”(Isaia 54,10).
Rahamin: si paragona l'amore di Dio a quello di una(vera)madre: tenero e viscerale. Una(vera) mamma sa amare i propri figli con ogni fibra del suo essere! Così è Dio: una “Mamma”che mi stringe a se' e mi sazia di tenerezza:Vi consolerò come una mamma”(Isaia 66,13).
È chiaro che questi esempi ci fanno capire solo in parte la misericordia di Dio che non ha limiti ed è per tutti: buoni e cattivi(cf.Lc 6,35). Ti sembra esagerato? Cosa ci possiamo fare. Dio... è fatto così!

16. LA COMPASSIONE GENERA VITA

La misericordia si trasforma sempre in compassione. Compassione. È una delle cose più belle di Dio! Potremmo definirla come: la Sua capacità di commuoversi, di entrare in empatia con ognuno di noi, facendo suoi i nostri bisogni, le nostre sofferenze. Gesù ha fatto anche questo sulla croce. È molto bello tutto ciò. Ed è bello sapere che anche noi siamo chiamati ad essere così! Così fece il buon Samaritano(cf.Lc10,30-37). Così fece Vittore. Così fecero le Sorelle e Fratelli di nostra Signora della Misericordia. E così fecero molti altri uomini e donne, trasformando la loro vita in un “dono efficace” per tutti i miseri della terra! È da queste persone infatti che sorsero le prime opere assistenziali della storia.
Chi vive in alcuni Paesi, dà quasi per scontato che l'assistenza sociale sia un onere statale. Ma non fu sempre così. Assistenza sanitaria, ammortizzatori sociali... sono conquiste relativamente recenti. La quasi totalità di queste “assistenze”, scaturì dalla compassione di quegli uomini e donne di cui sopra, molti dei quali Fondatori e Fondatrici di Congregazioni, sorte appunto come risposta alle enormi carenze dell'umanità. Basti pensare agli ospedali, alle scuole, alle primordiali(ed efficaci) casse di credito per i poveri(lo stesso Vittore ne creò una)...
Soprattutto nella disastrata Europa XIX secolo assistiamo ad una copiosa fioritura di Istituti Religiosi rivolti alla promozione umana.
Più o meno in questo stesso secolo, in alcune nazioni, tra cui il Belgio, numerose strutture sociali passano sotto la più diretta gestione dello Stato. Non sempre, come vedremo, si trattò di un travaso indolore.

17. E ADESSO... CHE FARE?

Dal 1847 in poi, il Governo belga assume toni accentuatamente anticattolici. Tutto ciò, in soldoni, significa un capillare allontanamento dei/lle Religiosi/e dalle strutture indicate nell'anteriore capitolo. Il Fondatore è preoccupato: anche i suoi “figli” vengono progressivamente espulsi dagli istituti di pena. Oltre al dolore per dover abbandonare gli amati carcerati, sorge l'incognita circa la futura missione da svolgere. Che fare? Trovato! Ripone le sue ansie nelle mani di Maria , la Madre Premurosa. E lei non tarda a rispondere: Vittore, fai come sempre: affida tutto a mio Figlio Gesù, il tuo Amico imprevedibile”. Sì: Gesù! Il Dio dell'amore creativo, capace di aprire cento varchi laddove gli uomini ne chiudono uno. Detto fatto.

18. LA CARITÀ NON HA FRONTIERE.

Roma: palazzi pontifici. Monsignor Federico de Mérode, stretto collaboratore di Pio IX(1792-1878), viene da questi incaricato di trovare una valida soluzione al problema carcerario dello Stato Pontificio. Il Papa nutre una viva preoccupazione soprattutto per la condizione dei giovani detenuti, i quali convivono insieme a quelli di maggiore età. È cosciente che per rieducarli occorre separarli ad ogni costo da questi ultimi.
L'energico de Mérode non perde tempo. Ristruttura un malandato stabile adiacente alla chiesa di santa Balbina, sul colle Aventino, e lo abilita a carcere minorile. L'esperienza si rivela fallimentare! Non è facile trattare con adolescenti immersi in problematiche simili. Ma ci vuol ben altro per scoraggiare Monsignore!
Pensa che ti ripensa...:Ecco! Ma sì...! Eureka! Come non pensarci prima?”. Ora ricorda! Proprio nella sua terra natia(è belga anche lui)esiste una piccola Fraternità che sta facendo parlare di sé! Il loro nome? Fratelli e Sorelle di nostra Signora della Misericordia. Il fondatore? Un certo Vittore Scheppers: un prete molto amato dai poveri. E guarda caso, si dedicano prevalentemente alla pastorale carceraria; e con ottimi risultati, soprattutto con i minori!
Il nostro Federico corre trafelato dal Papa. Poche parole e i due s'intendono al volo. Il seguito è di facile intuizione. D'altronde i giovani detenuti italiani, più in là della lingua e delle usanze, condividono le stesse problematiche di quelli belgi, e soprattutto, lo stesso impellente bisogno... di affetto.
Così, mentre il Fondatore prega e spera... arriva l'inattesa splendida notizia: il Pontefice in persona desidera che i suoi Religiosi vadano a Roma! E se lo desidera il Papa...

19. L'AVVENTURA ITALIANA.

Insomma: L'Amico imprevedibile non dà fiato al nostro Vittore e alla sua Famigliola!
Il 28 Gennaio 1854, fr. Vincenzo, Paolo, Liberto, Albino, Atanasio e Pio(un novizio) iniziano il viaggio(lungo e avventuroso in quei tempi) verso l'Italia. Arriveranno a Roma l'8 febbraio dello stesso mese.
Affamati e stanchi, consumano una sostanziosa cena e si abbandonano - finalmente! - ad un rigenerante sonno. Per vivere la carità si necessita un fisico in buona forma! E a proposito di fisico in forma: la buona salute dei suoi figli e figlie, un'alimentazione adeguata, un riposo sufficiente e una vita regolare nell' insieme, sono oggetto di una costante preoccupazione da parte di Vittore. Purtroppo[come abbiamo visto e]come vedremo, le numerose situazioni di emergenza che si presentano nel cammino non sempre permetteranno tali equilibri.



20. UN TETTO FATTO DI STELLE!

Loro prima dimora italiana sarà il riformatorio di santa Balbina. Anche qui, come in Belgio, abiteranno insieme ai ragazzi.
I nostri “avventurieri di Dio” si trovano davanti agli occhi una struttura fatiscente. Di notte il freddo pungente attraversa le crepe delle pareti e del tetto, attraverso il quale si possono contemplare...le stelle! I giovani detenuti ed il personale laico languiscono in mezzo a sporcizia e disorganizzazione.
Un po' alla volta e tra disagi di ogni genere, i lavori di ristrutturazione sono portati a termine, permettendo ai Religiosi maggiore serenità per concentrarsi sui ragazzi.
Intanto, ad altri Fratelli che arrivano dal Belgio, si aggiungono le prime vocazioni italiane.
Pio IX serba nuovi progetti mirati all'educazione preventiva. Desidera creare centri scolastici e ricreativi che tolgano dalla strada i ragazzetti delle borgate romane,ed è convinto che i Nostri siano all'altezza anche di questo compito. Anche quest'altro sogno del Papa si fa realtà con la costruzione di una bellissima struttura a fini scolastici e oratoriali, ove i Fratelli potranno sbizzarrirsi in mille iniziative didattiche e ricreative verso i bimbi e adolescenti dei quartieri popolari.
Vittore è felice per tanta fiducia dimostrata dal Papa verso i suoi meritevoli Figli.
E così è avviata anche l'avventura italiana di questi fedeli imitatori di san Vincenzo de' Paoli(così Vittore chiama i Fratelli in una delle sue lettere). Una storia fatta di entusiasmo, di sopportazione, di buon senso, di - perché no? - debolezze umane, di tanta fiducia in Dio e di... martirio.

21. UN NEMICO MORTALE.

Ben presto i Fratelli si accorgono che il loro problema non sono i ragazzi, ma il clima romano. Abituati ad altre temperature e a differenti ritmi lavorativi, è facile trovare questi giovani fiamminghi in piena attività sotto l'implacabile canicola. Si aggiunga il poco riposo,l'alimentazione insufficiente,i topi,le zanzare, le pulci(non dimentichiamolo: siamo nel XIX secolo!). Per di più la colonia penale, situata a ridosso dei ruderi delle Terme di Caracalla, è circondata da zone acquitrinose. Oggi santa Balbina è inglobata dalla città. A quei tempi era ancora aperta campagna; una paludosa campagna che celava un letale nemico: la malaria.
I Religiosi incominciano ad ammalarsi... e a morire.
Sì, è vero: anche nelle carceri belghe ne sono deceduti alcuni, ma in Italia cominciano ad essere troppi!
Malaria, tifo, colera, tubercolosi, difficoltà coll'irrequieto personale laico, povertà estrema ed altri contrattempi si sommano a tal punto da far presagire il fallimento totale! Vittore è preoccupato. Sente si di sé tutta la responsabilità. Per lui e per la sua Fraternità, è il momento del Getsemani.
Ma dopo il calvario c'è la resurrezione. I suoi Figli in Italia, aggrappati alla croce di Gesù, sperano contro ogni speranza(cf.Rom 4,18)... e la spuntano!
Fra i tanti giovani deceduti dopo una vita di santità quotidiana, vorrei ricordare fratel Ippolito. Muore a ad appena 30 anni, nel 1861. Fra il popolo si sparge la notizia sulla sua santità e in un baleno una folla interminabile accorre ad onorarne la salma.
Forse la pagina di santa Balbina è al contempo la più bella e drammatica nella storia di questa Congregazione, proprio perché segnata dal martirio, che per la fede significa... fonte di vita nuova.

22. L'AMORE DÀ RAGIONE DI SÈ.

Il popolo romano nutre un grande affetto verso i buoni frati di Nostra Signora della Misericordia. Ha avuto modo di toccare con mano la loro carità “fino all'ultimo respiro”.
Ma la Roma popolana è anche la sede di Pietro e già da allora meta internazionale. Soprattutto i numerosi prelati che vi giungono da tutte le parti del mondo, rimangono ammirati dall'umile e fertile missione dei Nostri. Il risultato? Vittore è inondato da un mare di richieste. Tanti vescovi vorrebbero i Religiosi nelle loro diocesi. Naturalmente si fa quel che si può. Così vanno formandosi altre piccole comunità: nella stessa Roma, a Perugia, Bologna, Brookgreen(Inghilterra) ...
È proprio vero: L'amore dà ragione di sé e si espande da solo”(s. Bernardo).

23. L'UNITÀ... CHE SEPARA!

I fermenti risorgimentali che nel 1861 sfociano nell'unità d'Italia, sono pervasi da un intenso rancore contro il Papa e la religione cattolica in generale. I nostri Religiosi e il Fondatore hanno il cupo presentimento di doversi imbattere in un'esperienza avuta anni addietro in Belgio. Purtroppo non si sbagliano!
Una volta istallato, il nuovo Governo provvede ad espellere dalle strutture passate allo Stato le Congregazioni che ivi prestano servizio. E così arriva il turno anche per i frati della Misericordia!
Ai Fratelli sanguina il cuore al solo pensiero di dover lasciare coloro che sono stati a tutto tondo amici, fratelli, figli: i carcerati. Anche l'animo di questi ultimi è colmo di tristezza. Intuiscono(a buon diritto) che i “miti Pastori” verranno sostituiti dai “Lupi rapaci” e non si rassegnano facilmente all'idea. Il giorno dell'espulsione dei Fratelli da santa Balbina, il dolore dei detenuti si trasforma in tensione e poi in rabbia, che sarebbe sfociata in violente manifestazioni contro le autorità civili se gli stessi Religiosi non ne avessero placato gli animi.
Così, brutalmente, viene interrotta la pastorale carceraria, che ha caratterizzato gli esordi della nostra Fraternità.
La frustrazione è grande, e si riaffaccia l'incertezza verso il futuro. Ma ormai hanno imparato: sanno che dal loro “imprevedibile Amico” e dalla sua Madre Maria, riceveranno tanto conforto e nuove vie da percorrere.

24. ANCORATI ALLA ROCCIA.

Gli anni passano e il Fondatore si accorge di non essere più giovane. L'intenso lavoro, le preoccupazioni, la lunga malattia(da anni soffre di calcolosi)e i numerosi interventi chirurgici(dell'epoca!)sottopongono il fisico ad un veloce declino. Non è turbato al pensiero di sorella morte, perché sa che in Cristo la vita... non muore.
Gli preoccupa invece la sorte delle sue Religiose e Religiosi. Sa bene infatti che la Fraternità sarà al sicuro solo dopo aver ricevuto l' approvazione definitiva del Papa, attraverso un decreto ufficiale.
Dopo rinvii e impicci vari... ecco il momento tanto atteso! Il 13 aprile 1865, il Santo Padre approva le Regole della Congregazione.
Ora Vittore si sente tranquillo, e può congedarsi facendo proprie le parole del vecchio Simeone: Lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi han visto la tua salvezza”(Lc 2,29-30).
Non c'è che dire: l'imprevedibile Amico ha giocato bene la partita... fino in fondo.

25. NO: NON È UN ADDIO.

1877: la salute di Vittore si aggrava. Le amate Figlie e Figli ne presentono la fine e circondano il suo letto di melanconico affetto. Sorella morte sopraggiunge il 7 marzo, mentre il Nostro, pieno di gratitudine, sussurra dolci parole alla Madonna:Sotto la tua Protezione, sotto la tua Misericordia...”. Ma non è la fine! È l'ingresso nella Vita Piena; l'incontro definitivo con l'imprevedibile Amico. Ed è festa in Cielo per Vittore! Festa celebrata dal Dio della Gioia, dalla Vergine Maria e da tutti i super allegri abitatori del Paradiso!
I Fratelli e le Sorelle della Misericordia, invece sono immersi nel dolore. Non possono più abbracciare, vedere, ascoltare il loro dolce ed energico padre Fondatore. Ma lui dal cielo continuerà a vegliare. E soprattutto c'è l'Amico imprevedibile, che li/le guiderà, li/le accompagnerà... ci accompagnerà, sempre, tutti i giorni: Fino alla fine del mondo”(Mt 28,20).

26. PER UN MOMENTO DI RIFLESSIONE.

Forse, chissà, alcuni aspetti della vita di Vittore e dei suoi Figli e Figlie, potrebbero avere qualche analogia con la tua storia. Se ti va, puoi condividere le seguenti idee(o altre scaturite dalla lettura) con i tuoi compagni e/o con qualche adulto di tua fiducia.
Progetto di vita - Hai potuto osservare come il Nostro, negli anni giovanili, dia molto valore al “progetto o scelta di vita”(cf.cap.6°), che è qualcosa che va più in là di una semplice professione. Nella scelta di vita infatti sono messi in gioco i valori sui quali desideri costruire la tua esistenza, perché diventi bella e valida per te per gli altri. Forse in questo momento non è la tua preoccupazione principale, anche se non è un tappa così lontana dalla tua età.
FamigliaIl 4° capitolo ci ha ricordato quanto siano importanti dei genitori affettuosi, equilibrati, attenti, pur negli alti e bassi della vita familiare. Che opinione hai in proposito?
Dolore – È brutto soffrire: Il dolore[...]fa male”(Arisa, La Notte). Ma: Si esce sconfitti a metà”(Ivi). C'è tanta saggezza in queste parole. L'adolescenza di Vittore fu sconvolta dal dolore. Ma crebbe ugualmente e seppe realizzare i propri sogni. Insomma, come dice la canzone: non ne uscì sconfitto del tutto. Anzi, ne uscì vincitore: perché il dolore non ha potere sull'amore. Certo, se(il dolore)non ci fosse...! Ma è lì, come un fiume senza ponti, e bisogna saperlo guadare. Anche Gesù lo accettò, e non fu facile nemmeno per Lui. Alcuni genitori vorrebbero evitare ogni sofferenza ai loro figli. Impossibile. Ciò di cui ha bisogno un bambino, un adolescente, un giovane, nei momenti di sofferenza, sono degli adulti che sappiano stargli vicino con rispetto, discrezione, affetto e tanta disponibilità. Che ne pensi?
Scelta di fedeRelazionarti con Gesù, saperti oggetto delle sue attenzioni, dialogare con Lui nell'intimità, può esserti di grande sostegno, nei momenti lieti e in quelli meno lieti. Forse già lo fai. O forse no. Ma non preoccuparti: Dio ti ama lo stesso, e rispetta la tua libertà. Secondo te la fede può rendere la vita di un/a giovane più motivata? E ancora: fede e diversione giovanile... possono convivere? Per te Gesù è gioia o... noia?
L'imprevedibile Amico - L'indole di Vittore è piuttosto pratica. Ama lavorare con precisione e sa ponderare con saggezza le decisioni. Ma ha anche imparato a saper rischiare in missioni impreviste, avventurose, apparentemente impossibili! Incoscienza? No: fiducia in Dio e tanto buon senso. Forse è difficile per noi capire. Ma i santi sono così! D'altronde per vivere l'amore(sul serio) bisogna saper rischiare.
Anche oggi, per esempio, tante donne e uomini(persone sposate, preti, Religiose/i, laici)scelgono di abbandonare una vita comoda e sicura, rischiando la vita in Paesi straziati dalla fame e/o dalla guerra. Di solito i mass media si ricordano di loro quando vengono rapiti o... uccisi. No: non sono supereroi! Se ti va su internet puoi trovare interessanti testimonianze.
La vocazione - la vita è un regalo di Dio. Ma per viverla in pienezza bisogna scoprirne un altro(regalo): la vocazione. E sarebbe? Non è facile spiegarlo in poche parole. Vocazione significa “chiamata”. Potrebbe definirsi: quel progetto di vita che il Signore ha pensato per ognuno di noi. Può coincidere(la vocazione) coi tuoi progetti o no, ma quando la scopri(e se la accetti) ti accorgi che è quella giusta per te. Anche una professione può trasformarsi in vocazione, se la si vive come un dono di Dio per il bene degli altri(pensa a un medico, una maestra, uno spazzino, un agricoltore...).
Solo attraverso un'amicizia seria con Dio(attraverso la preghiera, i Sacramenti, l'amore verso gli altri)potremo scoprire ciò che Lui desidera da noi.
Anche il matrimonio, per la fede cristiana, è una vocazione. Ci sono dei giovani fidanzati, per esempio, che si preparano(alle nozze)attraverso un serio itinerario spirituale.
Poi c'è la vocazione al sacerdozio, alla vita consacrata femminile e maschile...
Chissà quale sarà la tua!

Rimani con Me. Cammineremo insieme... e la tua vita sarà colma di frutti”          Gesù (cf.Gv15,5)


(Se desideri conoscere meglio la storia di Vittore e della Congregazione, puoi richiedere biografie più dettagliate)