(biografia di Vittore Scheppers, fondatore delle Sorelle e dei Fratelli di Nostra Signora della Misericordia, per adolescenti e giovani).
PREFAZIONE
Care amiche e amici: questa semplice biografia è rivolta soprattutto a preadolescenti e adolescenti.
Care amiche e amici: questa semplice biografia è rivolta soprattutto a preadolescenti e adolescenti.
Naturalmente anche gli adulti possono addentrarsi nella lettura.
Lo schema narrativo si propone un fine didattico; nel senso che, in
alcuni punti del racconto (in particolare nell'ultimo capitolo),
verranno aperte delle riflessioni lasciate poi in sospeso, invitando
così i giovani lettori e lettrici ad un eventuale approfondimento
assieme agli adulti che li accompagnano nella crescita.
I capitoli 10, 15 e 16 non hanno carattere strettamente biografico,
ma esplicativo. Quindi, a discrezione del lettore, possono essere
saltati.
Un
altro chiarimento mi sembra dovuto. Le seguenti pagine
non hanno la pretesa di fornire cronache dettagliate, ma di
raccontare, seppure in estrema sintesi, una vita che “vale
la pena di essere narrata”.
Il desiderio è quello di trasmettere che ogni storia, vissuta nel
Signore, diventa una grande e sorprendente avventura, anche nelle
semplici cose di tutti i giorni.
L'imprevedibilità
creativa di Dio (l'imprevedibile Amico) sarà, in un certo senso, la
costante del racconto. Perché, in fin dei conti, è Lui(anche se non
solo Lui) il protagonista di questa storia.
Dio
è imprevedibile perché è “Amore
compassionevole”. E
la Compassione di Dio è per se stessa creativa, perché risana e dà
nuova vita. Per questo motivo tanti uomini e donne che si
avventurarono in Lui, divennero a loro volta creativi/e. Imbevuti/e
della Sua stessa compassione, non si chiusero agli imprevisti della
loro (ed altrui) storia, nemmeno a quelli umanamente infelici e
infecondi(cf.Ab3,17-18), consapevoli che nel Signore tutto è Amore
che“crea,rinnova,
genera”.
Ed è
questo forse uno degli aspetti che tutti - nessuno escluso - potremmo
imitare dal protagonista umano di questa affascinante storia.
Buona
lettura!
L'autore (Ignazio Cuncu Piano)
L'autore (Ignazio Cuncu Piano)
1. I SOGNI DI UN BAMBINO.
“C'era una volta
un... bambino, un ragazzo come te. Si chiamava Vittore. E mentre
ancora lo ignorava, immerso nei giochi d'infanzia, Qualcuno già
pensava cose belle e buone per il suo avvenire...”
Non è l'inizio di una
favola: ma di una storia vera. Quella di un bimbo... adolescente...
giovane che come te: studia, gioca, si diverte, si entusiasma, si
arrabbia, gioisce, soffre... e ha tanti sogni! Ci piace pensare che,
chissà, forse con la fantasia eccitata dalle favole della mamma,
della nonna o delle sorelle, avrà sognato di essere questo o quel
valoroso cavaliere pronto ad affrontare draghi e mostri a difesa di
inermi villaggi, di poveri viandanti o di principesse rapite, alla
stregua di un più attuale Harry Potter impegnato a contrastare le
insidie del malefico Lord Voldemort.
Il nostro sognatore non
può certo immaginare che quelle fantasie hanno un non so che di
verosimile. Fra non molto infatti, dovrà affrontare nemici molto più
pericolosi e... reali: miseria, violenza, ignoranza, sfruttamento
minorile e ogni sorta di degrado. Un amorevole ed imprevedibile Amico
infatti, convoglierà tutta la sua esuberanza giovanile in
un'avventura ricca di sorprese; un'avventura infinita perché fatta
di solo amore. Sì, infinita; perché l'amore, come canta la brava
Arisa... non finisce mai(“l'amore continuerà... ” , La Notte,
Sanremo 2012).
2.
MA CHI È;E
POI... CHI SONO E DA
DOVE VENGONO...?
Forse
il nome Vittore può risultarti privo di significato. Certo, per chi
conosce i Fratelli e le Sorelle di Nostra Signora della Misericordia
dovrebbe essere più semplice. Ma anche voi che frequentate le loro
opere o che semplicemente avete stretto amicizia con qualcuno/a di
loro: li/le conoscete a fondo? Sapete dove e come inizia la loro
avventura? E Vittore? Che c'entra Vittore con queste/i Religiose/i?
3. UN RAGAZZO COME TE.
Trasportiamoci
nel piccolo Belgio del XIX secolo. È
lì infatti che
nasce la Fraternità dei Fratelli e Sorelle di N. S. della
Misericordia, come del resto il loro fondatore: Vittore Scheppers.
Ora è tutto più chiaro! Hai già capito il legame che esiste tra
Vittore e questa Congregazione. Ma non sarà di troppo ripetere che
prima di essere il “Fondatore”, Vittore fu un ragazzo come te, e
come te dovette transitare le tappe di un normale bambino e
adolescente, coi suoi entusiasmi e dubbi: sui nuovi sentimenti che si
affacciano, sulla sessualità da integrare, sull'individualità da
definire.
Potremmo affermare che, sotto certi aspetti, la vita di questo
giovane più che benestante del XIX secolo, non sia poi così diversa
dalla tua? Direi di sì.
4. UN POPOLO UMILIATO E OPPRESSO.
Nella prima metà del 1800, le condizioni del popolo belga non sono
tra le migliori. L'esercito napoleonico ha da poco attraversato
quella straziata terra, portando degrado e facendo razzia del poco
che c'è. Le sommosse contro l'Olanda, nazione alla quale il Belgio è
annesso, sono frequenti. Anche l'emergente attività industriale
contribuisce ad aumentare il divario fra i pochi detentori del potere
economico e la massa soggiogata dalla fame.
Seppure in mezzo a questi sconvolgimenti, il 25 aprile 1802, in seno
alla famiglia Scheppers, nella città di Malines, echeggia un vagito
di gioia. Papà Cornelio, mamma Giovanna Maria, le figlie Francesca e
Caterina e il figlio Giuseppe, fanno festa attorno alla culla del
nuovo arrivato: Vittore.
La
famiglia Scheppers è benestante, molto religiosa. Papà Cornelio ha
una fabbrica di birra e assolve impegni politici. È
un
uomo buono e onesto, attento alla delicata realtà sociale del suo
Paese. Poi c'è mamma Maria Giovanna: l'angelo della casa. Da lei il
piccolo Vittore riceve l'imprinting dell'amore alla Madonna e ai i
poveri. In famiglia si respira un clima di serenità: mamma e papà
sono attenti alla crescita dei loro pargoli. Questo favorisce il
carattere allegro e spensierato del nostro protagonista. Ma...
5. QUANDO IL DOLORE FA CRESCERE.
Il dolore è in se stesso una realtà negativa, ma fa parte della
vita. Ah! E allora? Diciamo che bisogna imparare ad accettarlo ed
elaborarlo a fin di... crescita. Decisamente non facile!! Ma non c'è
altra strada. Quindi: per essere felici bisogna imparare a far tesoro
anche della sofferenza che arriva quasi sempre senza chiederci il
permesso(!). Vittore non fa eccezione. A 11 anni la sua
spensieratezza è violentata dalla morte di Francesca, la sorella
maggiore. Ai 13 perde la mamma e ai 15 la sorella Caterina. Una
tragedia immensa che ne marca a fuoco l'adolescenza. Il suo carattere
diventa più serio, riflessivo.
6. LA SCELTA DI VITA.
Gli anni passano e Vittore è diventato un bel ragazzo, in tutti i
sensi. Anche se con fatica, porta avanti gli studi con
responsabilità. La sua vita di fede è evidente. Si nota che per lui
l'amicizia con Gesù è cosa seria e godibile, anche in mezzo agli
alti bassi tipici dell'età. Nei documenti biografici si fa anche
menzione ad un chiaro periodo di “crisi”, di sbandamento
adolescenziale/giovanile. D'altronde non stiamo parlando di un
giovane di un'altra Galassia!
Ed ora la domanda del milione: quale carriera? Le carte da giocare
sono tante. Scopriamole tutte ; o meglio: quasi tutte. Fisicamente
attraente, educato, elegante, con la possibilità di accedere ai
diversi studi e - perché no? - agli ambienti vip del suo tempo.
Sappiamo che è di famiglia ricca ed ha un papà ben inserito in
politica. Insomma: come credenziali non c'è male!
C'è di più. All'età di 23 anni lo troviamo a Parigi, prestigiosa
meta dei “figli bene” dell'epoca. Ma, paradosso dei paradossi,
sarà proprio lì che “l'imprevedibile Amico” scompiglierà le
carte in tavola!Be': più che “scompigliare”, estrarrà la carta
vincente che da tempo nascondeva nella manica del suo Vittore:la
chiamata al sacerdozio. Ecco quanto. Il nostro giovane entra - per
caso? - nella cappella parigina che ospita le spoglie di re Luigi XVI
e la consorte Maria Antonietta, ghigliottinati durante la Rivoluzione
francese. Avvolto nella penombra del silente tempio, prega... e
riflette. Riflette... sulla drammatica fine dei due regnanti. Pieni
di potere, apparentemente intoccabili, eppure...! Tanto affanno in
prestigio, immagine, soldi... e poi? E poi si muore, senza la
soddisfazione di aver vissuto in profondità. Il rampollo di casa
Scheppers è turbato. Non manca di realismo per capire che - come
dirà poi madre Teresa di Calcutta - la vita è troppo bella e...
corta, per essere sciupata futilmente.
Un'altra
decisiva esperienza l'attende. Parigi non è solo sfarzo e salotti.
Dietro la brillante facciata nasconde un'oscura e più estesa realtà:
enormi quartieri colmi di miseria. Vittore li percorre. I suoi occhi
ne fotografano i raccapriccianti dettagli. Dolore e compassione
invadono mente e cuore, senza anestesia. La tenerezza verso gli
“ultimi”, trasmessagli in famiglia, riaffiora. E la voce di
quel... Amico, nell'intimo, diventa forte ed amorevolmente esigente:
“ È qui,
è in mezzo a loro che ti desidero!”.
Sì: ora è tutto meravigliosamente chiaro! Il suo futuro sarà:
amare. Gesù e solo Gesù diverrà la sua unica ragione di vita. E
Sarà un prete... “scomodo”, di quelli che si sporcano mani e
piedi nelle melmose strade dell'umanità fiaccata da tante povertà.
Per la verità l'idea della vocazione era presente già prima
dell'esperienza parigina, la quale ebbe l'indubbio merito di dare le
schiarite definitive.
Vittore rientra dalla capitale francese raggiante di felicità. Sta
per iniziare un nuovo capitolo nella sua vita: il più bello.
7.
IL SOGNO SI FA REALTÀ.
Per un giovane è senza dubbio una bella conquista potersi
incamminare, dopo tante indecisioni, nella propria scelta di vita.
Certo: oggi le scelte “per tutta la vita” fanno paura, ma sono le
più belle e contrariamente a quanto si pensi, ci danno libertà. Non
sei d'accordo?
Vittore intanto custodisce la maturata vocazione come una perla
preziosa ed è disposto a rinunciare a tutto pur di non perderla.
Così intraprende gli studi teologici tra la rispettosa perplessità
del padre.
Il 13 Aprile 1832 arriva il sospirato giorno:l'ordinazione
sacerdotale! Parenti ed amici si stringono attorno al neo presbitero,
condividendone la gioia.
Finalmente libero! Libero per essere tutto di Dio e dei Suoi figli
prediletti: gli sfortunati della vita.
Malgrado la miseria che lo circonda sia tanta e confusa, Vittore ha
già un'idea chiara: non mero assistenzialismo, ma strategie mirate a
prevenirne le concause. Quest'intuizione non è tutta farina del suo
sacco, ma s'ispira a un santo che gli sarà di esempio per tutta la
vita:Vincenzo De' Paoli, il “genio della carità moderna”(in
internet puoi trovare la sua biografia). Non a caso, insieme alla
Madonna e a san Giuseppe, san Vincenzo verrà scelto come patrono per
la futura Congregazione.
Detto fatto, pone mano all'aratro e in breve tempo lo vediamo
attorniato da un chiassoso sciame di bambini. Figli di un popolo
affamato, ricevono dal giovane prete tanto affetto, alcune nozioni di
scuola primaria, un po' di catechismo e, soprattutto, un'abbondante
merenda. Poi ci sono i giochi organizzati, le piccole recite e i
canti a suon di violino(suonato dallo stesso Vittore). Ha inizio così
una piccola scuola quasi-domenicale, intitolata a Maria Madre della
Misericordia.
8.
LA MESSE È
MOLTA.
Ben presto si accorge che da solo non può fare molto. Certo, con
l'aiuto di altri giovani animati dagli stessi ideali, le cose
cambierebbero. E un nuovo sogno gli balena nella mente! Rimarrà
tale? Staremo a vedere.
Succede
che un suo amico, cappellano delle carceri[della città]di Vilvoorde,
lo invita a condividere un momento di preghiera con i reclusi. La
visione di quegli uomini - molti dei quali ragazzi - sporchi, malati,
denutriti, segnati dalla violenza, gli penetra nelle fibre
dell'anima! E le parole di san Paolo: “Ricordatevi
dei carcerati come se foste loro compagni di carcere”(Eb13,3).
Inondano il suo cuore.
Ormai non ha più dubbi: fonderà una Fraternità di Religiosi per
portare la misericordia di Dio nelle carceri, tra i giovani, gli
ammalati, gli anziani...
9. UNA CONGREGAZIONE: UN CARISMA.
25 gennaio 1839: tre giovani, in una semplice e suggestiva cerimonia,
fanno voto a Dio di obbedienza, verginità e povertà. Sono i primi
germogli della Congregazione dei Fratelli di Nostra Signora della
Misericordia. Ecco i loro nomi: Vincenzo, Luigi e Rombaut. La Regola
che viene loro consegnata, scandisce in brevi frasi lo spirito della
nascente Fraternità. Le trascrivo integralmente:
“Confortare,
istruire ed assistere i carcerati per amore di Gesù Cristo; curare
gli ammalati; educare ed istruire i bisognosi e gli altri bambini e
coltivare in questo modo la propria santificazione”.
Un inizio umile e nascosto, come la nascita di Gesù. Un altro sogno
fatto realtà. Vittore non si contiene dalla gioia! E ancora una
volta ringrazia l'imprevedibile Amico, vero artefice di tutto.
Terminato il periodo della formazione, i tre danno inizio alla
missione. Le loro giornate sono esigenti ma profumano di gioia, di
novità e freschezza; tutto ciò risulta attraente per molti altri
giovani. Così, la piccola famiglia, pian piano va crescendo.
10. NON SONO PRETI.
Chi scopre la chiamata alla vita consacrata, sceglie di seguire la
vita santa di Gesù attraverso i voti(di obbedienza, verginità e
povertà). Queste tre promesse sono di fondamento a tutti/e i/le
Religiosi/e di tutte le Congregazioni. Poi ci sono le Regole, che
indicano lo stile di vita di ogni Istituto. Nelle Regole viene anche
sottolineato un aspetto molto importante: il Carisma. Il Carisma(a
volte espresso nel nome proprio di ogni Istituto) è l'identità
specifica di ogni Fraternità. Identità che determina anche la
missione da compiere. Per fare qualche esempio: i/le Missionari/e
della Carità di Madre Teresa di Calcutta(e tante altre
Congregazioni)hanno il carisma dei poveri; i Salesiani... i giovani;
i/le Camilliani/e... i malati; gli Ordini Contemplativi... la vita di
preghiera per il bene di tutti, eccetera.
I termini:Congregazione, Fraternità, Ordine, Istituto Religioso o
Famiglia Religiosa, sono invece gli appellativi(che più o meno si
equivalgono) delle varie congregazioni.
Un'altra cosa: la Vita Religiosa è differente da quella del prete
diocesano.
Infatti il sacerdote(o presbitero)è colui che, attraverso il
sacramento dell'Ordine Sacro, riceve, fra altre, la facoltà di
celebrare l'Eucaristia e la Riconciliazione. A volte un religioso può
essere anche presbitero.
Se conosci i Fratelli di N.S. Della Misericordia, saprai che molti di
loro non sono preti per i motivi più sopra espressi. Lo so:
all'inizio è un po' confuso da capire! Prova a chiedere ulteriori
chiarimenti a qualche Religioso/a di tua conoscenza.
11. IL RAMO FEMMINILE
Dopo alcuni anni, nascono le Sorelle di nostra Signora della
Misericordia. La loro missione consisterà nell'offrire una
formazione culturale basica e abilitare ad una professione le ragazze
del ceto povero. Un'attività all'avanguardia per i tempi, mirata a
salvaguardare la dignità della donna in mezzo alle insorgenti
problematiche della società industriale.
La presenza delle Sorelle arricchisce la Congregazione di quegli
aspetti squisitamente femminili della Misericordia di Dio. Infatti,
nella Bibbia, il Signore non solo viene paragonato ad un papà, ma
anche ad una... mamma(Il capitolo 14°, se vorrai leggerlo, ti
aiuterà ad approfondire un po').
Intanto il numero delle ragazze e ragazzi che desiderano entrare
nella Congregazione continua a crescere.
E Vittore? Sempre più felice e stupito! Si sente piccolo piccolo di
fronte alle meraviglie che il suo imprevedibile Amico sta
realizzando. Ma chi l'ha detto che seguire Dio è annoiante?
12. ERO IN CARCERE E SIETE VENUTI A TROVARMI(Mt25,36b)
Mentre alcuni Fratelli sono già all'opera in mezzo agli anziani e ai
bimbi della piccola scuola “Maria Madre della Misericordia”, il
“Fondatore”(cioè Vittore)e un gruppetto di altri religiosi, si
preparano ad un appuntamento a cui non possono mancare: i carcerati.
Finalmente, dopo una serie di difficoltà, arrivano i dovuti
permessi, grazie all'aiuto del direttore delle carceri belghe:
Edoardo Ducpètiaux. Questi è un uomo buono, intelligente ed
efficace nelle strategie di lavoro. Anche lui ha idee innovative per
la riabilitazione dei reclusi, e trova nel nostro dinamico prete e
nella neonata Congregazione la risposta ideale alle sue nobili
aspirazioni.
1° Gennaio 1841: il primo drappello di Fratelli fa ingresso nel
carcere di Vilvoorde. Un'altra grande avventura sta per cominciare!
Abiteranno all'interno della struttura carceraria. La giornata inizia
prestissimo. Il lavoro è estenuante. Ben presto si accorgono che il
sistema carcerario vigente abbruttisce sia i detenuti che il
personale di sorveglianza.
Devono muoversi in un ambiente fatto di squallore e denso di
tensioni. Equipaggiati di enorme pazienza, sopportano con
comprensione i modi violenti e le umiliazioni che spesso subiscono
sia dai reclusi che dai carcerieri. Anche se un po' alla volta...
13. L'AMORE TUTTO SOPPORTA, TUTTO TRASFORMA(cf.1Cor13,7).
“Rispondi
alla violenza con l'amore, e la violenza, alla fine, cederà”.
Così più o meno
professa il Mahatma Gandhi nel suo credo sulla forza della verità e
dell'amore: la satyagraha. Una prassi dalle radici evangeliche che
ben si addice all'amore versato dai nostri Religiosi sui loro
“amici”(così amano chiamarli) carcerati. Infatti pian piano i
detenuti - che più in là delle apparenze sono uomini alla ricerca
di un affetto forse mai ricevuto - si accorgono che quei giovani
dalla strana tonaca nera li vogliono bene davvero, senza chiedere
nulla in cambio, rispondendo ai maltrattamenti col perdono e
accettando di morire contagiati(il carcere era un focolaio di
epidemie) pur di stare con loro. Un'esperienza così gratuita, per un
recluso, può risultare meravigliosamente imbarazzante! Quei frati
sono per loro il volto dell'Amore Misericordioso di Dio, che avvolge
di tenerezza soprattutto coloro che - secondo il nostro ben
pensare(!!) - non se lo meriterebbero.
Spesso con alcuni carcerati si crea una così sincera amicizia, che i
Fratelli quasi dimenticano di trovarsi in un istituto di pena.
Amicizia sempre il prodotta da quel disarmante perdono di cui sopra.
Come quella volta che fratel Teofilo viene accoltellato da Antoon, un
giovane in preda ad un raptus di violenza. Una volta guarito, decide
di portare egli stesso il cibo ad Antoon, confinato in cella di
rigore. Quest'ultimo, davanti a simile gesto, ancora una volta non
riesce a frenare le proprie emozioni: gli si butta al collo e... i
due si stringono in un commosso abbraccio.
Quando la feroce carestia del 1847 moltiplica le epidemie,nessuno,
eccetto i Nostri, ha il coraggio di avvicinarsi ai detenuti. Alcuni
perdono la vita, come fratel Felice. Al suo funerale la commozione di
più di trecentocinquanta detenuti e del personale, si trasforma in
un inno di gioia all'amore che sa dare la vita e che... dà vita.
Il
carcere(tutt'ora in vari Paesi!) è spesso sinonimo di pena di morte.
La morte. Paradossalmente è il momento in cui l'amore fra le persone
convoglia fortissime emozioni! Per i nostri religiosi è
straziante veder morire i loro cari assistiti . Spesso si tratta di
uomini che hanno saputo elaborare i loro errori. Uno fra tanti,
Edward, un giovane poco più che ventenne, iniziato fin da bambino al
furto e alla violenza(primordiali armi di sopravvivenza per chi è
costretto a crescere nei sottoboschi della miseria). Poi il
delitto... e la condanna. Dietro le sbarre, le cure di quei suoi
coetanei dalla croce bruna sul petto, ne fanno un uomo nuovo: più
vero e più bello. Ma la Legge a volte non bada a queste cose e la
sentenza non viene mutata. Edward la accetta con serenità e tanta
fiducia in Dio . Ora sa che non ha vissuto invano. Ha raggiunto lo
scopo dell'esistenza: la Gioia(cioè Gesù), “che
non le sarà mai tolta”(Lc10,42).
Il giorno dell'esecuzione, i frati lo circondano di particolare
affetto. Poco prima del patibolo l'ultimo abbraccio. L'emozione è a
fior di pelle. Gli sguardi si incrociano e non si lasciano fino
all'ultimo istante, quando gli occhi del condannato si chiudono nel
torpore della morte. Per riaprirsi di lì a poco: nella Luce.
14.
È
L'ESEMPIO
CHE EDUCA
Merita una breve citazione anche l'esperienza di Saint
Hubert(Lussemburgo). Il Ducpètiaux, entusiasta dell'opera dei
Nostri, propone l'apertura di una casa di rieducazione per minori.
Già dal titolo “casa di rieducazione”(e non “carcere
minorile”)si evince il carattere educativo(e non punitivo)
dell'iniziativa. L'esperienza si avvia nel 1842, ed ha come
protagonisti: 200 ragazzi e 20 Religiosi. L'esito supera le
aspettative. La metodologia adottata si rivela vincente. I giovani
reclusi scoprono nei Fratelli degli adulti da imitare, e non da
diffidare. Una fiducia che diventa atteggiamento reciproco, prezioso
e inaudito dono che i ragazzi sanno apprezzare e custodire. Come
quella volta che vengono portati a fare una passeggiata premio al di
là delle sbarre: allettante occasione per svignarsela! Eppure, al
momento del rientro, il numero dei ragazzi è lo stesso.
Un'altra curiosità: i giovani che scontata la pena si reinseriscono
nella società, vantano una formazione umana, culturale e
professionale superiore a quella offerta dalle scuole “normali”
dell'epoca.
L'amore è efficace e contagioso. Così la presenza dei Fratelli è
richiesta in altre carceri: Gand, Alost, Alsemberg...
15. HESED WE'EMET... RAHAMIN(?!!?)
Che
roba è ?!!? Non si tratta di criptati extraterrestri, ma di qualcosa
di più semplice. Sono due termini(in lingua ebraica)con cui la
Bibbia descrive la misericordia(cioè l'amore)del Signore; quella
Misericordia che è la chiave di tutto il nostro racconto.
Vediamone un po' il significato.
Hesed
we'emet: si
paragona l'amore
di Dio a quello di un(vero) papà: un amore puro, fedele, che
protegge, non punisce mai e dà sicurezza perché non muta: “Le
montagne potranno spostarsi, ma il mio affetto per te non cesserà
mai”(Isaia
54,10).
Rahamin:
si
paragona l'amore di Dio a quello di una(vera)madre: tenero e
viscerale. Una(vera) mamma sa amare i propri figli con ogni fibra del
suo essere! Così è Dio: una “Mamma”che mi stringe a se' e mi
sazia di tenerezza:“Vi
consolerò come una mamma”(Isaia
66,13).
È
chiaro
che questi esempi ci fanno capire solo in parte la misericordia di
Dio che non
ha limiti ed
è per tutti: buoni
e cattivi(cf.Lc
6,35). Ti sembra esagerato? Cosa ci possiamo fare. Dio... è fatto
così!
16. LA COMPASSIONE GENERA VITA
La
misericordia si trasforma sempre in compassione. Compassione. È
una delle cose
più belle di Dio! Potremmo definirla come: la Sua capacità di
commuoversi, di entrare in empatia con ognuno di noi, facendo suoi i
nostri bisogni, le nostre sofferenze. Gesù ha fatto anche questo
sulla croce. È
molto bello tutto
ciò. Ed è bello sapere che anche noi siamo chiamati ad essere così!
Così fece il buon Samaritano(cf.Lc10,30-37). Così fece Vittore.
Così fecero le Sorelle e Fratelli di nostra Signora della
Misericordia. E così fecero molti altri uomini e donne, trasformando
la loro vita in un “dono efficace” per tutti i miseri della
terra! È
da
queste persone infatti che sorsero le prime opere assistenziali della
storia.
Chi vive in alcuni Paesi, dà quasi per scontato che l'assistenza
sociale sia un onere statale. Ma non fu sempre così. Assistenza
sanitaria, ammortizzatori sociali... sono conquiste relativamente
recenti. La quasi totalità di queste “assistenze”, scaturì
dalla compassione di quegli uomini e donne di cui sopra, molti dei
quali Fondatori e Fondatrici di Congregazioni, sorte appunto come
risposta alle enormi carenze dell'umanità. Basti pensare agli
ospedali, alle scuole, alle primordiali(ed efficaci) casse di credito
per i poveri(lo stesso Vittore ne creò una)...
Soprattutto nella disastrata Europa XIX secolo assistiamo ad una
copiosa fioritura di Istituti Religiosi rivolti alla promozione
umana.
Più o meno in questo stesso secolo, in alcune nazioni, tra cui il
Belgio, numerose strutture sociali passano sotto la più diretta
gestione dello Stato. Non sempre, come vedremo, si trattò di un
travaso indolore.
17. E ADESSO... CHE FARE?
Dal
1847 in poi, il Governo belga assume toni accentuatamente
anticattolici. Tutto ciò, in soldoni, significa un capillare
allontanamento dei/lle Religiosi/e dalle strutture indicate
nell'anteriore capitolo. Il Fondatore è preoccupato: anche i suoi
“figli” vengono progressivamente espulsi dagli istituti di pena.
Oltre al dolore per dover abbandonare gli amati carcerati, sorge
l'incognita circa la futura missione da svolgere. Che fare? Trovato!
Ripone le sue ansie nelle mani di Maria , la Madre Premurosa. E lei
non tarda a rispondere: “ Vittore,
fai come sempre: affida tutto a mio Figlio Gesù, il tuo Amico
imprevedibile”.
Sì: Gesù! Il Dio dell'amore creativo, capace di aprire cento varchi
laddove gli uomini ne chiudono uno. Detto fatto.
18.
LA CARITÀ
NON HA FRONTIERE.
Roma:
palazzi pontifici. Monsignor Federico de Mérode, stretto
collaboratore di Pio IX(1792-1878), viene da questi incaricato di
trovare una valida soluzione al problema carcerario dello Stato
Pontificio. Il Papa nutre una viva preoccupazione soprattutto per la
condizione dei giovani detenuti, i quali convivono insieme a quelli
di maggiore età. È
cosciente che per
rieducarli occorre separarli ad ogni costo da questi ultimi.
L'energico de Mérode non perde tempo. Ristruttura un malandato
stabile adiacente alla chiesa di santa Balbina, sul colle Aventino, e
lo abilita a carcere minorile. L'esperienza si rivela fallimentare!
Non è facile trattare con adolescenti immersi in problematiche
simili. Ma ci vuol ben altro per scoraggiare Monsignore!
Pensa
che ti ripensa...:“Ecco! Ma
sì...! Eureka! Come non pensarci prima?”.
Ora ricorda! Proprio nella sua terra natia(è belga anche lui)esiste
una piccola Fraternità che sta facendo parlare di sé! Il loro nome?
Fratelli e Sorelle di nostra Signora della Misericordia. Il
fondatore? Un certo Vittore Scheppers: un prete molto amato dai
poveri. E guarda caso, si dedicano prevalentemente alla pastorale
carceraria; e con ottimi risultati, soprattutto con i minori!
Il nostro Federico corre trafelato dal Papa. Poche parole e i due
s'intendono al volo. Il seguito è di facile intuizione. D'altronde i
giovani detenuti italiani, più in là della lingua e delle usanze,
condividono le stesse problematiche di quelli belgi, e soprattutto,
lo stesso impellente bisogno... di affetto.
Così, mentre il Fondatore prega e spera... arriva l'inattesa
splendida notizia: il Pontefice in persona desidera che i suoi
Religiosi vadano a Roma! E se lo desidera il Papa...
19. L'AVVENTURA ITALIANA.
Insomma: L'Amico imprevedibile non dà fiato al nostro Vittore e alla
sua Famigliola!
Il 28 Gennaio 1854, fr. Vincenzo, Paolo, Liberto, Albino, Atanasio e
Pio(un novizio) iniziano il viaggio(lungo e avventuroso in quei
tempi) verso l'Italia. Arriveranno a Roma l'8 febbraio dello stesso
mese.
Affamati e stanchi, consumano una sostanziosa cena e si abbandonano -
finalmente! - ad un rigenerante sonno. Per vivere la carità si
necessita un fisico in buona forma! E a proposito di fisico in forma:
la buona salute dei suoi figli e figlie, un'alimentazione adeguata,
un riposo sufficiente e una vita regolare nell' insieme, sono
oggetto di una costante preoccupazione da parte di Vittore.
Purtroppo[come abbiamo visto e]come vedremo, le numerose situazioni
di emergenza che si presentano nel cammino non sempre permetteranno
tali equilibri.
20. UN TETTO FATTO DI STELLE!
Loro prima dimora italiana sarà il riformatorio di santa Balbina.
Anche qui, come in Belgio, abiteranno insieme ai ragazzi.
I nostri “avventurieri di Dio” si trovano davanti agli occhi una
struttura fatiscente. Di notte il freddo pungente attraversa le crepe
delle pareti e del tetto, attraverso il quale si possono
contemplare...le stelle! I giovani detenuti ed il personale laico
languiscono in mezzo a sporcizia e disorganizzazione.
Un po' alla volta e tra disagi di ogni genere, i lavori di
ristrutturazione sono portati a termine, permettendo ai Religiosi
maggiore serenità per concentrarsi sui ragazzi.
Intanto, ad altri Fratelli che arrivano dal Belgio, si aggiungono le
prime vocazioni italiane.
Pio IX serba nuovi progetti mirati all'educazione preventiva.
Desidera creare centri scolastici e ricreativi che tolgano dalla
strada i ragazzetti delle borgate romane,ed è convinto che i Nostri
siano all'altezza anche di questo compito. Anche quest'altro sogno
del Papa si fa realtà con la costruzione di una bellissima struttura
a fini scolastici e oratoriali, ove i Fratelli potranno sbizzarrirsi
in mille iniziative didattiche e ricreative verso i bimbi e
adolescenti dei quartieri popolari.
Vittore è felice per tanta fiducia dimostrata dal Papa verso i suoi
meritevoli Figli.
E così è avviata anche l'avventura italiana di questi fedeli
imitatori di san Vincenzo de' Paoli(così Vittore chiama i Fratelli
in una delle sue lettere). Una storia fatta di entusiasmo, di
sopportazione, di buon senso, di - perché no? - debolezze umane, di
tanta fiducia in Dio e di... martirio.
21. UN NEMICO MORTALE.
Ben presto i Fratelli si accorgono che il loro problema non sono i
ragazzi, ma il clima romano. Abituati ad altre temperature e a
differenti ritmi lavorativi, è facile trovare questi giovani
fiamminghi in piena attività sotto l'implacabile canicola. Si
aggiunga il poco riposo,l'alimentazione insufficiente,i topi,le
zanzare, le pulci(non dimentichiamolo: siamo nel XIX secolo!). Per di
più la colonia penale, situata a ridosso dei ruderi delle Terme di
Caracalla, è circondata da zone acquitrinose. Oggi santa Balbina è inglobata dalla città. A quei tempi era ancora aperta
campagna; una paludosa campagna che celava un letale nemico: la
malaria.
I Religiosi incominciano ad ammalarsi... e a morire.
Sì, è vero: anche nelle carceri belghe ne sono deceduti alcuni, ma
in Italia cominciano ad essere troppi!
Malaria,
tifo, colera, tubercolosi, difficoltà coll'irrequieto personale
laico, povertà estrema ed altri contrattempi si sommano a tal punto
da far presagire il fallimento totale! Vittore è preoccupato. Sente
si di sé tutta la responsabilità. Per
lui e
per la sua
Fraternità,
è il momento del Getsemani.
Ma dopo il calvario c'è la resurrezione. I suoi Figli in Italia,
aggrappati alla croce di Gesù, sperano contro ogni speranza(cf.Rom
4,18)... e la spuntano!
Fra i tanti giovani deceduti dopo una vita di santità quotidiana,
vorrei ricordare fratel Ippolito. Muore a ad appena 30 anni, nel
1861. Fra il popolo si sparge la notizia sulla sua santità e in un
baleno una folla interminabile accorre ad onorarne la salma.
Forse la pagina di santa Balbina è al contempo la più bella e
drammatica nella storia di questa Congregazione, proprio perché
segnata dal martirio, che per la fede significa... fonte di vita
nuova.
22.
L'AMORE
DÀ RAGIONE
DI SÈ.
Il popolo romano nutre un grande affetto verso i buoni frati di
Nostra Signora della Misericordia. Ha avuto modo di toccare con mano
la loro carità “fino all'ultimo respiro”.
Ma la Roma popolana è anche la sede di Pietro e già da allora meta
internazionale. Soprattutto i numerosi prelati che vi giungono da
tutte le parti del mondo, rimangono ammirati dall'umile e fertile
missione dei Nostri. Il risultato? Vittore è inondato da un mare di
richieste. Tanti vescovi vorrebbero i Religiosi nelle loro diocesi.
Naturalmente si fa quel che si può. Così vanno formandosi altre
piccole comunità: nella stessa Roma, a Perugia, Bologna,
Brookgreen(Inghilterra) ...
È
proprio vero:
“L'amore dà ragione di sé e
si espande da solo”(s.
Bernardo).
23.
L'UNITÀ...
CHE
SEPARA!
I fermenti risorgimentali che nel 1861 sfociano nell'unità d'Italia,
sono pervasi da un intenso rancore contro il Papa e la religione
cattolica in generale. I nostri Religiosi e il Fondatore hanno il
cupo presentimento di doversi imbattere in un'esperienza avuta anni
addietro in Belgio. Purtroppo non si sbagliano!
Una volta istallato, il nuovo Governo provvede ad espellere dalle
strutture passate allo Stato le Congregazioni che ivi prestano
servizio. E così arriva il turno anche per i frati della
Misericordia!
Ai Fratelli sanguina il cuore al solo pensiero di dover lasciare
coloro che sono stati a tutto tondo amici, fratelli, figli: i
carcerati. Anche l'animo di questi ultimi è colmo di tristezza.
Intuiscono(a buon diritto) che i “miti Pastori” verranno
sostituiti dai “Lupi rapaci” e non si rassegnano facilmente
all'idea. Il giorno dell'espulsione dei Fratelli da santa Balbina, il
dolore dei detenuti si trasforma in tensione e poi in rabbia, che
sarebbe sfociata in violente manifestazioni contro le autorità
civili se gli stessi Religiosi non ne avessero placato gli animi.
Così, brutalmente, viene interrotta la pastorale carceraria, che ha
caratterizzato gli esordi della nostra Fraternità.
La frustrazione è grande, e si riaffaccia l'incertezza verso il
futuro. Ma ormai hanno imparato: sanno che dal loro “imprevedibile
Amico” e dalla sua Madre Maria, riceveranno tanto conforto e nuove
vie da percorrere.
24. ANCORATI ALLA ROCCIA.
Gli anni passano e il Fondatore si accorge di non essere più
giovane. L'intenso lavoro, le preoccupazioni, la lunga malattia(da
anni soffre di calcolosi)e i numerosi interventi
chirurgici(dell'epoca!)sottopongono il fisico ad un veloce declino.
Non è turbato al pensiero di sorella morte, perché sa che in Cristo
la vita... non muore.
Gli preoccupa invece la sorte delle sue Religiose e Religiosi. Sa
bene infatti che la Fraternità sarà al sicuro solo dopo aver
ricevuto l' approvazione definitiva del Papa, attraverso un decreto
ufficiale.
Dopo rinvii e impicci vari... ecco il momento tanto atteso! Il 13
aprile 1865, il Santo Padre approva le Regole della Congregazione.
Ora
Vittore si sente tranquillo, e può congedarsi facendo proprie le
parole del vecchio Simeone: “Lascia,
o Signore, che il tuo servo vada in pace, perché i miei occhi han
visto la tua salvezza”(Lc 2,29-30).
Non c'è che dire: l'imprevedibile Amico ha giocato bene la
partita... fino in fondo.
25.
NO: NON È
UN
ADDIO.
1877:
la salute di Vittore si aggrava. Le amate Figlie e Figli ne
presentono la fine e circondano il suo letto di melanconico affetto.
Sorella morte sopraggiunge il 7 marzo, mentre il Nostro, pieno di
gratitudine, sussurra dolci parole alla Madonna:“Sotto
la tua Protezione, sotto la tua Misericordia...”.
Ma non è la fine! È
l'ingresso
nella Vita Piena; l'incontro definitivo con l'imprevedibile Amico. Ed
è festa in Cielo per Vittore! Festa celebrata dal Dio della Gioia,
dalla Vergine Maria e da tutti i super allegri abitatori del
Paradiso!
I
Fratelli e le Sorelle della Misericordia, invece sono immersi nel
dolore. Non possono più abbracciare, vedere, ascoltare il loro dolce
ed energico padre Fondatore. Ma lui dal cielo continuerà a vegliare.
E soprattutto c'è l'Amico imprevedibile, che li/le guiderà, li/le
accompagnerà... ci accompagnerà, sempre, tutti i giorni: “Fino
alla fine del mondo”(Mt
28,20).
26. PER UN MOMENTO DI RIFLESSIONE.
Forse, chissà, alcuni aspetti della vita di Vittore e dei suoi Figli
e Figlie, potrebbero avere qualche analogia con la tua storia. Se ti
va, puoi condividere le seguenti idee(o altre scaturite dalla
lettura) con i tuoi compagni e/o con qualche adulto di tua fiducia.
Progetto
di vita -
Hai potuto osservare come il Nostro, negli anni giovanili, dia molto
valore al “progetto o scelta di vita”(cf.cap.6°), che è
qualcosa che va più in là di una semplice professione. Nella scelta
di vita infatti sono messi in gioco i valori sui quali desideri
costruire la tua esistenza, perché diventi bella e valida per te per
gli altri. Forse in questo momento non è la tua preoccupazione
principale, anche se non è un tappa così lontana dalla tua età.
Famiglia
– Il 4°
capitolo ci ha ricordato quanto siano importanti dei genitori
affettuosi, equilibrati, attenti, pur negli alti e bassi della vita
familiare. Che opinione hai in proposito?
Dolore
– È
brutto
soffrire: “Il
dolore[...]fa male”(Arisa,
La
Notte).
Ma: “Si
esce sconfitti a metà”(Ivi).
C'è tanta saggezza in queste parole. L'adolescenza di Vittore fu
sconvolta dal dolore. Ma crebbe ugualmente e seppe realizzare i
propri sogni. Insomma, come dice la canzone: non ne uscì sconfitto
del tutto. Anzi, ne uscì vincitore: perché
il dolore non ha potere sull'amore.
Certo, se(il dolore)non ci fosse...! Ma è lì, come un fiume senza
ponti, e bisogna saperlo guadare. Anche Gesù lo accettò, e non fu
facile nemmeno per Lui. Alcuni genitori vorrebbero evitare ogni
sofferenza ai loro figli. Impossibile. Ciò di cui ha bisogno un
bambino, un adolescente, un giovane, nei momenti di sofferenza, sono
degli adulti che sappiano stargli vicino con rispetto, discrezione,
affetto e tanta disponibilità. Che ne pensi?
Scelta
di fede – Relazionarti
con Gesù, saperti oggetto delle sue attenzioni, dialogare con Lui
nell'intimità, può esserti di grande sostegno, nei momenti lieti e
in quelli meno lieti. Forse già lo fai. O forse no. Ma non
preoccuparti: Dio ti ama lo stesso, e rispetta la tua libertà.
Secondo te la fede può rendere la vita di un/a giovane più
motivata? E ancora: fede e diversione giovanile... possono convivere?
Per te Gesù è gioia o... noia?
L'imprevedibile
Amico -
L'indole di
Vittore è piuttosto pratica. Ama lavorare con precisione e sa
ponderare con saggezza le decisioni. Ma ha anche imparato a saper
rischiare in missioni impreviste, avventurose, apparentemente
impossibili! Incoscienza? No: fiducia in Dio e tanto buon senso.
Forse è difficile per noi capire. Ma i santi sono così! D'altronde
per vivere l'amore(sul serio) bisogna saper rischiare.
Anche oggi, per esempio, tante donne e uomini(persone sposate, preti,
Religiose/i, laici)scelgono di abbandonare una vita comoda e sicura,
rischiando la vita in Paesi straziati dalla fame e/o dalla guerra. Di
solito i mass media si ricordano di loro quando vengono rapiti o...
uccisi. No: non sono supereroi! Se ti va su internet puoi trovare
interessanti testimonianze.
La
vocazione - la
vita è un regalo di Dio. Ma per viverla in pienezza bisogna
scoprirne un altro(regalo): la vocazione. E sarebbe? Non è facile
spiegarlo in poche parole. Vocazione significa “chiamata”.
Potrebbe definirsi: quel progetto di vita che il Signore ha pensato
per ognuno di noi. Può coincidere(la vocazione) coi tuoi progetti o
no, ma quando la scopri(e se la accetti) ti accorgi che è quella
giusta per te. Anche una professione può trasformarsi in vocazione,
se la si vive come un dono di Dio per il bene degli altri(pensa a un
medico, una maestra, uno spazzino, un agricoltore...).
Solo attraverso un'amicizia seria con Dio(attraverso la preghiera, i
Sacramenti, l'amore verso gli altri)potremo scoprire ciò che Lui
desidera da noi.
Anche il matrimonio, per la fede cristiana, è una vocazione. Ci sono
dei giovani fidanzati, per esempio, che si preparano(alle
nozze)attraverso un serio itinerario spirituale.
Poi c'è la vocazione al sacerdozio, alla vita consacrata femminile e
maschile...
Chissà quale sarà la tua!
“ Rimani
con Me. Cammineremo insieme... e la tua vita sarà colma di frutti” Gesù
(cf.Gv15,5)
(Se desideri conoscere meglio la storia di Vittore e della
Congregazione, puoi richiedere biografie più dettagliate)