mercoledì 3 ottobre 2012

CALENDARIO MAYA, LA FINE DEL MONDO E LA FEDE CATTOLICA

PROEMIO.

Pare che fra poco, a dicembre (il 21 se non erro), ci sarà la fine del mondo: " Fine dei nostri problemi! ". Diconno alcuni con sardonico unorismo! 
Punto di riferimento del fatidico evento sarebbe un calendario Maya. Anche se, a detta degli studiosi, i calcoli astrali di quest'affascinante civiltà amerinda non contemplano nessun collasso cosmico, non viene male cogliere l'occasione per sondare un po' l'argomento.
Più in là del fatto specifico, sappiamo che lungo la storia non sono mancati pseudo-profeti (puntualmente smentiti) che hanno pronosticato il catastrofico epilogo di questo eone. 
Anche la fede cattolica ne parla. Ma lo fa accentuandone gli aspetti della speranza. Perché, nella realtà della fede, la fine del mondo non ha niente a che vedere con la... fine del mondo.
Le seguenti righe vogliono offrire una semplice ed incompleta riflessione sulla parusia: il momento culminante dell'economia della salvezza, cui centro propulsore è l'energia salvifica sprigionata  dalla morte e risurrezione di Gesù.

RISORTI IN CRISTO, PENETRATI DALLA MISERICORDIA(prima parte)

Se Cristo non fosse risorto sarebbe vana sia la nostra predicazione che la vostra fede. Ora invece, Cristo è r[isorto] dai morti, primizia di coloro che sono morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Quando poi questo corpo corruttibile si sarà vestito d'incorruttibilità e questo corpo mortale d'immortalità, si compirà la parola della Scrittura: la morte è stata ingoiata dalla vittoria. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo!Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili, prodigatevi sempre nell'opera del Signore...” (1Cor15,14.20.22.54.57-58). È proprio così:la fede ha senso perché Cristo è r e noi con Lui. Nel Battesimo infatti siamo resi “ Suoi consorti”: nella gioia e nel dolore, nella morte e r(cf.CCC1,1005). La Chiesa siamo già una famiglia di r:[nel Battesimo siamo] morti alla vera morte(il potere del peccato)e rinati/incorporati alla vera Vita(Cristo). Sì: il Signore è talmente innamorato di noi da volerci regalare molto più che la vita biologica: la Sua stessa vita divina: la vita indistruttibile. La certezza di trovarci dentro la r,già molto chiara nelle prime comunità cristiane, ci apre orizzonti di sola consolazione e dà senso al presente(“La vostra fatica non è vana nel Signore”. 1Cor15,58). La fede è quindi un amalgama di presente-futuro. Potremmo definirla un “lungo presente”: la Vita Eterna ci avvolge e il male è già vinto(seppure ancora scalci di brutto!). La piena manifestazione di ciò si realizzerà alla culminazione di questo “presente”: la pienezza del Regno di Dio. Allora anche il nostro corpo risveglierà a nuova vita(non pari all'attuale), traboccante di Lui e immortale(cf.CCC,988-996). Mi riferisco alla r finale di cui sopra l'Apostolo: la piena realizzazione della Vita. E' molto bello pensare come il Signore,con questo gesto,farà giustizia alla dignità del corpo, che con l'anima è sostanziale alla persona(cf.Ivi,362-368). Sarà resa giustizia in particolare ai corpi innocenti avviliti da ogni morte abusata:straziati dall'aborto, dalla guerra, dalla fame, dalla malattia. Il Papa osserva in proposito come persino il pensiero agnostico2 possa invocare - seppure indirettamente e senza la speranza che ciò avvenga - una sorta di risurrezione, come unica espressione di giustizia capace di annientare la sofferenza(cfr.Spe Salvi,42. La fede sa che questa “giustizia”3 non è una remota ipotesi filosofica(cf.Ivi,43).Come e quando accadrà tutto ciò? Non certo nelle date fissate dai bene informati in giro per la storia(cf.Lc17,23;21,8)! Sulla fine del mondo si fa tanta futile letteratura, che arricchisce alcuni e confonde altri. Una cosa è certa: niente reboanti preludi da guerre stellari o robe simili(a tutt'altro mira la simbologia espressa da questi turbamenti planetari nella letteratura apocalittica biblica). Il tutto avrà luogo nel mezzo della quotidianità(cf.Mt24,36-44) . Niente sconvolgimenti cosmici quindi. Il vero sconvolgimento sarà il pieno compimento della giustificazione nell'Amore, iniziata più di 2000 anni fa, nella morte e risurrezione di Cristo. E la sola rottura che vivremo alla fine del mondo sarà soltanto quella definitiva fra “la vita secondo la carne[la logica dell'egoismo] e la vita secondo lo spirito[la logica del servizio verso gli altri, specie se più deboli]”(Victor Sion, L'abbandono a Dio, Gribaudi: 1995, p. 55).

Assisteremo, inebriati di Gioia, al radicale e definitivo rovesciamento annunciato dal Magnificat("ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore, ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affmati, ha rimandato i ricchi a mani vuote" - Lc1,51-53), operato dalla Dolcezza Divina con semplicità e naturalità(cf. Ivi). Sarà un'esperienza intensamente spirituale, quindi anche pienamente umana. Solo Dio ne conosce il momento: nessun altro(cf.Gaudium et spes,39,1;CCC,997-1001). Per chi vive nel Signore, fiducioso“come bimbo...in braccio a sua Madre”(Sal130,2), ignorarne tempi e modi rivela addirittura effetti(psichici/spirituali)liberanti. Perdersi in date e cose del genere è pertanto insano e inutile. Quel che conta è riconoscere e accogliere il Regno(Gesù) come una condizione del presente(cf.Lc17,21); perché, in Cristo, in fin dei conti, non c'è più distanza tra Escatologia e Tempo.

Anche i termini “fine del mondo” son da essere rettamente intesi. Non si tratta di annichilimento del cosmo, ma dell'esatto contrario(cf.CCC,1046-1047). Il Signore non intende metter fine a ciò che creò e ama quale:“Cosa molto buona”(Gen1,31;cf.Sap11,24). Non sarà quindi il creato ad aver fine, ma la condizione di pattume in cui la nostra voracità tende a ridurlo, espropriandone l'identità di dono goduto nella gratitudine:“La creazione[...]nutre la speranza(certezza)di essere liberata dalla schiavitù della corruzione”(Rm8,20-21). Tutto l'universo entrerà definitivamente nella Vita Piena,nel suo “Centro di Gravità Permanente(Gesù)”, in ritrovata-nuova armonia con Dio e con ogni donna e uomo.

Io so che il mio Difensore è vivo, e che parlerà per ultimo, si ergerà sulla polvere! Io mi porrò in piedi e nella mia carne vedrò Dio. Io Lo vedrò, io stesso. Sarà lui che vedrò, e non un altro: nell'attesa,il mio cuore non si contiene dalla gioia!” (cfr.Gb19,25-27)


RISORTI IN CRISTO, PENETRATI DALLA MISERICORDIA(seconda parte).

La risurrezione dei corpi, come ricorda il Catechismo,è“intimamente associata alla parusia”(1001): la venuta gloriosa e definitiva di Gesù sulla terra, alla pienezza dei tempi. L'umanità intera cammina verso quell'evento e tutti, buoni e...cattivi, risorgeranno(cf.At24,15). Qualcuno deluso? Non prima di precisare che la gioia di quel momento non consisterà nel mero risveglio del corpo, ma nell'essere definitivamente trasformati nella vita vera e piena: l'Amore Misericordioso, cioè lo stesso Signore. Non sarà un fatto scontato, ma frutto delle scelte realizzate in questa vita. Scelte che quel “giorno” saranno rese manifeste. Questa l'essenza del Giudizio Universale. Un bilancio a porte aperte dove tutto di tutti verrà alla luce; virtù e nefandezze della storia messe al vaglio,il bene separato dal male e quest'ultimo distrutto del tutto(cf.CCC,1040). Non avremo giudici poiché ognuno saprà valutare se stesso. Penetrati dalla Luce di Dio vedremo con chiarezza chi fummo, senza fronzoli(cf.Ivi,103;Spe salvi,47). Sarà un momento di gioia e, presumibilmente,di dolore. Gioia dei salvati(e di Dio per loro);dolore dei dannati(e di Dio per loro). Per fortuna[il Signore]ci ama troppo;così nel Vangelo di Matteo25,31-46(invito il lettore ad aprire il testo) anticipa i temi circa lo “scrutinio finale”. Sarà un esame tutto sulla misericordia:“Ho avuto fame, sete, forestiero, nudo,malato, carcerato...depresso, handicappato,disoccupato,alunno con problemi, sieropositivo,schiavo,tossico, solo, ragazza madre, giovane in crisi,senzatetto, anziano, bambino, prostituto/a, profugo...Cos'hai fatto per Me?Perché io,Gesù,ero in ognuno/a di loro”. Le situazioni elencate ne simbolizzano tante altre a portata del nostro quotidiano, di fronte alle quali siamo invitati a dare risposte amorevoli ed efficaci fin dove possiamo: Dio non ci chiede di più. Da non dimenticare una rilevante opera di misericordia: amare e nutrire la propria vita, ché sia goduta come dono per me e per chi mi sta vicino. Auguro di cuore al lettore, a tutti e a me stesso, poter udire quel:“Venite benedetti dal Padre mio”. Sì,benedetti. Ed il merito sarà loro,dei miseri, ai quali dovremo ringraziare e “chieder venia per aver dovuto servirli”4. E benedette le donne e gli uomini che pur non conoscendo Dio lo amarono, senza saperlo, nei Suoi figli più deboli(“Quando[...]lo avete fatto a Me”- Mt25,37-40). Anche loro? Sì, anche loro. Non sarà quindi il certificato di battesimo il salvacondotto per il Regno, ma quella carità più sopra espressa. Vorremmo fermarci qui, al versetto 40. Ma non si può ignorare quanto segue:“Lontano da Me, maledetti”(Ivi 25,41a). Maledetto: chi visse “banchettando lautamente”(Lc16,19),indifferente al gemito degli sfortunati.“Maledetti...”Una frase che Gesù dirà ugualmente senza rancore, nel dolore e senza... maledire. Come potrebbe? Al“maledetti”infatti, non segue:“Dal Padre mio”(Mt25,41). Dio non sa e non vuol maledire. L'uomo maledice se stesso quando si chiude nel proprio egoismo. Così prospettato il Giudizio non può essere fonte di terrore(non c'è spazio per la paura nella misericordia di Dio), ma di “responsabilità per la nostra vita”(Spe salvi,41),e soprattutto:“Luogo di apprendimento di esercizio della speranza”(Ivi,III). Speranza(cioè certezza) che: chi “perde” la propria vita in Gesù, la trova per sempre (cf.Mc8,35); speranza(cioè certezza)che il Signore saprà mutare in gaudio ogni sofferenza manifesta e nascosta, ogni legittima necessità negata dall'esistenza; speranza(cioè certezza) che le prepotenze, gli intrighi ed abusi della storia non avranno l'ultima parola.

Il Signore[...]preparerà[...]un banchetto di grasse vivande, di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Eliminerà la morte per sempre. Asciugherà le lacrime su ogni volto”. (Is25,6.8)

                                                                                                          (Ignazio Cuncu Piano)

1Catechismo della Chiesa Cattolica;
2In riferimento al filosofo tedesco Theodor W. Adorno;
3Nella Bibbia, questo termine indica la fedeltà di Dio alla sua compassione per noi.
4San Vincenzo de' Paoli.