domenica 14 settembre 2014

PER FAVORE... SVEGLIATEVI !

Mi permetto di riproporre l'accorata lettera scritta da padre Albino Pizzotto (esperienza missionaria in America Latina, fondatore del movimento " Beati i costruttori di Pace", da anni schierato contro la fame, la guerra e lo sfruttamento selvaggio del pianeta) ai Vescovi, invitandoli a prendere posizione contro le basi militari, quali "strutture di peccato". La lettera non è stata scritta in data recente, ma il suo contenuto è denso di drammatica attualità. Il titolo "Per favore... svegliatevi" , è una mia aggiunta, non fa parte della lettera di don Albino. Personalmente la invierò a tutti i Vescovi sardi, ai quali già scrissi qualche anno fa circa il tema in questione, ri-invitandoli cordialmente a... "sin-ddi scidai!" (a svegliarsi). A pronunciarsi con coraggio e determinazione di fronte al commercio di morte che sfacciatamente circola nelle loro Diocesi.
Ieri il Papa, a Redipuglia, ha ricordato (e non è la prima volta) come la guerra sia una follia di sangue che arricchisce molti.    

Ecco la lettera di don Albino.

Carissimi fratelli Vescovi:

a conclusione del seminario "Globalizzazione e Giubileo", tenutosi davanti alla base USAF di Aviano, dal 6 al 9 agosto 2000, vi abbiamo inviato una lettera nella quale vi rivolgevamo un pressante invito a denunciare come "strutture di peccato" la produzione e il commercio delle armi e "a prendere in considerazione le tematiche della pace e della nonviolenza,
come esige il Vangelo, per un programma pastorale che sia di guida e di orientamento a tutte le Chiese".
Sappiamo che in occasione del Giubileo dei Militari nel settembre 2000 è stato recapitato a tutti i Vescovi italiani il documento "Superare la guerra", redatto dai volontari e obiettori di coscienza dell'Associazione Papa Giovanni XXIII  Operazione Colomba.
Il Papa, nel suo messaggio per la pace del primo gennaio di quest'anno, parla di "scelte improcrastinabili" e di "scelte concrete e tempestive" proprio riguardo alla preoccupante crescita degli armamenti e al "permanente rischio di conflitti tra nazioni, di guerre civili all'interno
di vari Stati e di una violenza diffusa". A conclusione il Papa afferma che la riconciliazione e il perdono, nella visione cristiana, sono "l'unica via per raggiungere la meta della pace ", sebbene "molti, in nome di un realismo disincantato", reputino "questa strada utopistica ed ingenua"; .è
quanto dire la valenza anche politica della nonviolenza.
Anche le vicende legate all'uso dell'uranio impoverito hanno mostrato di quali menzogne e imbrogli si nutrono e vengono mascherate tutte le guerre, anche quelle giustificate dalla comunità internazionale come "ingerenza umanitaria".
Siamo appena tornati da un'azione internazionale nonviolenta di pace per l'Africa, realizzata a Butembo nella Repubblica Democratica del Congo.
Abbiamo aperto gli occhi sull'olocausto dei nostri giorni, milioni (ma proprio milioni) di uccisi nel silenzio e nell'indifferenza più totali, con le nostre armi e per i nostri interessi! Anche le Chiese locali di quei paesi si sentono abbandonate; non riescono a capacitarsi, perché la loro
voce non riesca a giungere alle nostre comunità, nonostante la loro coraggiosa testimonianza, a volte a costo della vita, di opposizione alla guerra con la nonviolenza. Eppure abbiamo sperimentato che anche un piccolo gesto di solidarietà è capace di far esplodere la speranza della gente e anticipare la festa della pace.
Ad Aviano, si sta completando una ristrutturazione di potenza e di guerra in una delle basi militari più grandi del mondo anche questa nel silenzio e nell'indifferenza. Il primo aprile prossimo ritorneremo a percorrere il tratto Pordenone-Aviano, in una Via Crucis che renda concreto il nostro impegno di conversione sia personale che strutturale. Quest'anno ci saranno
due Vescovi a camminare con noi, un altro interverrà dall'Africa. per noi è un segno che ci riempie di gioia e di speranza.
La pace, dono del Risorto, è la Sua prima parola creatrice dopo la Risurrezione e costituisce il fondamento e la caratteristica della nuova comunità dei discepoli. Ma per Lui la pace è stata così diretta e concreta da portarlo sulla croce; la Sua pace è il frutto della croce.
Siamo ben coscienti di essere servi inutili, ma continuiamo a rivolgerci a voi con fiducia, perché vorremmo che la pace non venga ridotta ad alcune iniziative o celebrazioni, ma informi la fede e quindi la prassi pastorale di tutte le comunità, affinché lo specifico cristiano dell'amore al nemico, della riconciliazione e del perdono non venga proposto solo come consiglio
evangelico di perfezione per singole persone, ma si traduca in cammino comunitario che coinvolga la vita privata, ma anche politica, le coscienze e le strutture.
Oggi molti soffrono dello sconcerto per le scelte egoistiche ed individualiste di tanta parte della società e per l'insignificanza della fede e della pratica religiosa, specialmente nei giovani. C'è sete di testimonianze coraggiose e credibili; non di singoli o di gruppi, ma di comunità vive.
Per questo chiediamo anche a voi:
· Di aiutarci ad approfondire la centralità teologica della pace, anche nella concretezza storica e nella traduzione pastorale. Come strumento specifico vi chiediamo di rimettere in onore e rendere operativa, sia a livello nazionale che locale la commissione "Giustizia e Pace" e non
accorparla in appendice alla "Commissione pastorale del Lavoro".
· Essere presenti, sostenere, incoraggiare, le comunità ecclesiali a partecipare, a sporcarsi nelle iniziative che il complessivo movimento della pace e della nonviolenza da anni sta promovendo.
· Darci orientamenti e pronunciamenti di magistero, sulle scelte che riguardano le sfide più grandi dell'umanità, che aiutino a mettere a fuoco obiettivi e percorsi contro le strutture di morte, per un'economia a servizio dell'uomo, per la salvaguardia del creato, per il rispetto dei
diritti umani, che impegnino comunitariamente, senza accettare una relativizzazione totale, che permette anche nella Chiesa di scegliere tutto e il contrario di tutto, con grande confusione e delusione specialmente da parte dei giovani.
Anche a Voi chiediamo di prendere posizione su scelte concrete con "parresia" nei confronti dei vari poteri di questo mondo, anche a costo di entrare in conflitto con il potere costituito, come di fatto è successo a Gesù.
Come potrete immaginare, per noi è troppo importante una vostra risposta, che attendiamo anche come segno della comunione ecclesiale che ci lega tutti all'unico Signore, il Principe della Pace.
Pace e gioia a tutti,
p. l'associazione "Beati i Costruttori di Pace"
don Albino Bizzotto